“Trattiamo, siamo pronti a trattare ma non fuggo”. Il leader libico Muammar Gheddafi è pronto a negoziare con i Paesi della Nato per mettere fine agli attacchi aerei sulla Libia. “Trattiamo”, ha detto il Colonnello in un discorso alla nazione trasmesso dalla televisione di Stato e riportato da Al Jazeera. In Italia è guerra fredda tra il Cavaliere e il Senatùr.
In 80 minuti in diretta, Gheddafi ha annunciato che non lascerà il potere, ha chiesto negoziati con Usa e Francia per “fermare i bombardamenti della Nato” e si è detto pronto a un cessate il fuoco “non unilaterale”. Se invece l’Alleanza atlantica non intende trattare, allora il popolo libico combatterà fino alla morte per contrastare gli attacchi “terroristici”. “O libertà o morte – ha concluso Gheddafi – nessuna resa. Nessun timore. Nessuna fuga”. Quindi si è rivolto ai ribelli che controllano la zona orientale del Paese, invitandoli a deporre le armi: “Non possiamo combattere tra di noi, noi siamo una sola famiglia”. Il regime libico si è detto pronto a concedere un’amnistia ai ribelli che controllano la città di Misurata a condizione che smettano di combattere. Ma le parole non rassicurano e la guerra continua sollevando in Europa e, in particolare, in Italia inevitabili polemiche. In particolafre nel Pdl è guerra fredda tra il Cavaliere e il Senatur. Se Berlusconi dovesse proseguire con la sua linea interventista “allora può capitare di tutto”, ha avvertito Bossi. “Noi non facciamo passi indietro”, ha ripetuto. “Magari (Berlusconi ndr) cambia idea”: questa era la via indicata poco prima dal leader della Lega per “trovare la quadra”, cioè conciliare la decisione del premier di partecipare ai raid aerei in Libia con la posizione contraria del Carroccio. “Non vogliamo far cadere il governo per la Libia”, ha sottolineato. Anche se “la guerra è una roba che può diventare pericolosa”. “Secondo me – ha commentato . con gli aerei non vinci. Gheddafi non lo sconfiggi così. Ha un sacco di armi nascoste nel deserto. Oltre che un sacco di oro in giro con cui si paga i militari che vengono dall’Africa. Se andiamo là a bombardare alla fine toccherà mandare le truppe di terra, se si vuole vincere. E’ meglio stare fuori dei pasticci”. Nel frattempo è iniziata la prima missione dei Tornado italiani armati di bombe sulla Libia. I caccia si sono levati in volo da Trapani e hanno portato a termine la missione assegnata, spiegano fonti del ministero della Difesa aggiungendo che le comunicazioni sono state assunte dalla Nato. L’attesa è, comunque, per martedì 3 maggio quando saranno esaminate in aula alla Camera le mozioni presentate dalle opposizioni sulla Libia.
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