Nato nel 1916 da un misto di sangue irlandese e scozzese, primo californiano a vincere un Oscar per la recitazione, l’attore americano Gregory Peck appartiene alla razza di Cary Grant, quella degli uomini tutti d’un pezzo, che non solo sanno cosa vogliono ma conoscono anche la strada giusta per arrivarci e, se vuoi, ti ci portano pure in braccio.
E in competizione con Cary Grant d’altronde, che incarnava con una straordinaria leggerezza la figura della canaglia affascinante, irrestitibile ma in fondo onesta, ci restò per tutta la vita, come tutti gli attori della sua generazione: “Per anni su ogni copione che mi offrivano c’erano le impronte di Grant”.
Peck rappresenta la classe dell’Hollywood vecchio stampo ma anche l’incarnazione di un ideale di bellezza maschile seducente e matura che oggi si è perso o, più semplicemente, fatica ad emergere in un epoca dove beltà e giovinezza devono andare di pari passo trasformando anche quegli uomini che non lo hanno come istinto naturale, in tanti moderni Peter Pan.
Certo, è impensabile che vita reale e immagine sul grande schermo coincidano senza sbavature: forse per omaggio alla sua metà irlandese, l’attore nato in California, amava molto la birra, il cui consumo aumentò esponenzialmente nel periodo del suo primo matrimonio con Greta Kukkonen, durato dieci anni, e dopo la morte del primo figlio della coppia, Jon, che si sarebbe tolto la vita con un colpo di pistola.
Tuttavia, il matrimonio con la seconda moglie, la giornalista francese Véronique Passani che gli diede due figli oltre ai tre avuti dal precedente legame, durò serenamente per tutta la vita, fino a quando Peck non si spense nel 2003, alla veneranda età di 87 anni, per una broncopolmonite.
La prima nomitation agli Oscar se la guadagna nel film ‘Le chiavi del Paradiso’ di John M. Stahl ma è il film di Alfred Hitchcock ‘Io ti salverò’ (1945) che lo porta al livello successivo, dimostrando di essere in grado di interpretare i ruoli più tormentati. Da convinto antimilitarista, era fiero di essere apparso in film come ‘I cannoni di Navarone’ ed “orgoglioso di aver dato a registi come Robert Parrish e Lewis Milestone una chance perché i loro film sono stati grandi esempi di come si può parlare di pace mostrando i campi di battaglia”.
Nel 1953 recita con Audrey Hepburn nella commedia romantica dell’anno, ‘Vacanze romane’. Sotto il cielo di una Roma calda e affollata, non solo stringerà un rapporto di fraterna e duratura amicizia con la Hepburn ma sarà proprio su quel set che conoscerà Véronique, innamorandosene quando era ancora ufficialmente sposato con la prima moglie.
Dopo quattro nomination, lo stesso numero di quelle di Leonardo di Caprio, prima di vincere l’Oscar nel 2016, Eldred Gregory Peck si accaparrò l’agognata statuetta come miglior attore nel 1962, interpretando il ruolo dell’avvocato antirazzista Atticus Finch nel film ‘Il buio oltre la siepe’ di Robert Mulligan, trasposizione cinematografica del romanzo omonimo scritto da Harper Lee.
Gentiluomo, sì. Tanto da insistere perchè sui cartelloni pubblicitari di ‘Vacanze romane’, il nome di Audrey Hepburn, all’epoca semisconosciuta, fosse grande esattamente quanto il suo, divo affermato. Altri tempi, forse. Altri uomini, di sicuro.
Laurea magistrale in Storia contemporanea presso L'Università degli studi Roma tre. Master di primo livello I mestieri dell’Editoria, istituito da “Laboratorio Gutenberg” di Roma con il patrocinio del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale presso “Università Sapienza di Roma”. Dopo la laurea ho svolto uno stage presso Radio Vaticana, dove ho potuto sperimentare gli infiniti linguaggi della comunicazione.
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