Il Tribunale di Milano condanna Dolce e Gabbana a un anno e otto mesi di carcere e al versamento di 500mila euro all’agenzia delle Entrate, per una evasione di circa 200 milioni di euro di imponibile che, secondo l’accusa, sarebbe stato eluso attraverso la creazione della societa’ lussemburghese, Gado. Insieme ai fondatori della maison, sono stati condannati, tra gli altri, il fratello di Domenico Dolce, a 1 anno e 4 mesi di carcere e il commercialista, a 1 anno e 8 mesi.
Il magistrato ha sancito che gli stilisti avevano cucito “un abito” alla società estera che, nei fatti, non esisteva ma alla quale i due stilisti di fama internazionale avevano ceduto nel 2004 il cuore delle loro attività, la gestione dei marchi che li hanno resi celebri nel mondo, sottraendo cosi’ al fisco italiano circa 200 milioni di euro. Decisive, secondo la procura, le 44 mail sequestrate dalle quali sarebbe emerso che le decisioni finali venivano prese in Italia, dove, quindi, di fatto permanevano la testa e la sede della societa’ di gestione dei marchi.
“Leggeremo le motivazioni e impugneremo in appello”. Cosi’ il legale degli stilisti che si dichiara stupito dalla decisione presa dal giudice di Milano, Antonella Brambilla.
A Domenico Dolce e Stefano Gabbana è invece andata meglio, con una sentenza di assoluzione, la presunta accusa di evasione di altri 800 milioni di euro circa, per la quale i due stilisti hanno risposto di dichiarazione infedele dei redditi.
Alessandra Angeletti