Reinventarsi un lavoro in tempo di crisi si può. Soprattutto quando età ed entusiasmo sono come avere il vento in poppa. Perché per un “porta a porta” non c’è bisogno poi di tanto di più. Come diceva il buon Nino Manfredi: “Basta la salute e ‘n paio de scarpe nove” e puoi girare nei borghi e nei piccoli centri.
C’è chi lo fa già, chi ha iniziato da poco e chi si sta attrezzando per farlo. Sono giovani imprenditori che col sistema della vendita a domicilio di ortaggi freschi, appena raccolti dai loro campi, pesce pescato già sfilettato e pronto per la padella, e le specialità agroalimentari riescono a raggiungere e soddisfare centinaia di consumatori dimenticati. Portano la spesa fin sotto casa, a volte fino all’ uscio. A rilevare il fenomeno è Coldiretti che spiega come sempre di più i giovani imprenditori investono sull’ home delivery, un sistema che in Italia piace sia alle aziende sia ai consumatori. ” Un grande fermento – lo definisce Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana parlando di queste belle esperienze imprenditoriali che la Toscana sembra riscoprire – Siamo di fronte ad esperienze nate dalla necessità di costruirsi un percorso lavorativo, e dall’ esigenza comprensibile di ritagliarsi uno spazio per il futuro. In agricoltura questo futuro oggi è più possibile che in altri settori. Certo – sottolinea – bisogna aver voglia di fare ed impegnarsi probabilmente più che in altri settori”.
Marco e Paolo sono figli di pescatori viareggini. Disoccupati, fino a poco piu’ di un anno fa, hanno trovato ‘ in casa’ il lavoro della vita. Vendono il pesce povero, il pesce azzurro, ai mercati di Campagna Amica sparsi in tutta la Toscana. Arrivano con il loro furgoncino refrigerato fino in Garfagnana, Pedona, Corsanico, Partigiano, Dezza, Decimo, Balbano, Prato, Pistoia, Sesto Fiorentino, Prato. Vendono triglie, sugarelli, scampi, polpi, seppie, acciughe, rana pescatrice e tutta la gamma dei pesci di stagione, meglio se sfilettato, già pronto da adagiare in padella.
” L’ azienda per cui lavoravo nel settore della cantieristica ha chiuso – racconta Marco Olivieri, 23 anni – è stato difficile accettarlo. Sono stato alcuni mesi a casa e sono stato anche imbarcato con mio padre. Poi si e’ presentata l’ opportunita’ della vendita diretta e ho detto: perche’ no. Proviamo. Ho fatto la scelta giusta. Questo lavoro mi piace”.
Paolo Russo di anni ne ha 34, e prima della vendita diretta, ha fatto il rappresentante per sette anni. ” Il pesce è molto apprezzato – ammette – chi lo acquista una volta poi ritorna ed in poco tempo ho fidelizzato tanti clienti che sono soddisfatti. Anche noi ci siamo attrezzati: sfilettiamo il pesce sul posto e cerchiamo di offrire un servizio più completo. Ci fanno parecchi complimenti”. Giacomo, 24 anni, pisano, dalla scorsa estate ha iniziato a far fruttare il suo ettaro e mezzo di terreno dove coltiva ortaggi di stagione. Consegna a domicilio le sue cassette multi-ortaggi da circa 8 chilogrammi servendosi del suo mezzo di locomozione. Al momento conta una trentina di famiglie tra i suoi clienti. Ovviamente quello che più aiuta in questi casi è il passaparola: i primi avventori normalmente sono gli amici, poi gli amici degli amici e così via. E il cerchio si allarga.
Ha quasi dell’incredibile ripensare ad un sistema di vendita del genere in un momento in cui la supertecnologia è particolarmente in voga e che persino i più anziani cercano il modo per adeguarvisi. Ma, evidentemente, ci sono cose che non muoiono come il rapporto fiduciario, diretto. Con quello scambio di informazioni e anche di battute che non sarà mai possibile ottenere nella Gdo dove in perfetto anonimato si entra, si sceglie, si pesa, si paga.
A.B.