Nessun legittimo impedimento per Berlusconi. A occhi chiusi può stare in aula

Per i giudici della Corte d' Appello di Milano l' infiammazione bilaterale con complicazioni all’occhio sinistro non costituisce un legittimo impedimento assoluto per il Cavaliere e, dunque, il processo sui diritti tv può proseguire.

Al diavolo l’uveite e l’età non più verde, con i suoi 76 anni compiuti il 29  settembre scorso e altri 6 mesi già trascorsi da allora. Per i giudici della Corte d’ Appello di Milano l’ infiammazione bilaterale con complicazioni all’occhio sinistro non costituisce un legittimo impedimento assoluto per il Cavaliere e, dunque, il processo sui diritti tv può proseguire.

Insomma, come fa notare più di un esponente del Pdl l’accanimento giudiziario contro il presidente Berlusconi non si ferma davanti a niente, neanche davanti ad un delicato problema di salute. “Una persecuzione scientificamente condotta – denuncia Fabrizio Cicchitto –  che avvicina il nostro Paese ad altre realtà nelle quali la democrazia era ed è completamente assente. Siamo di fronte ad un vulnus che richiede un intervento delle massime autorità dello Stato”.

In effetti, dopo che nella giornata di ieri era stato annunciato dai suoi difensori che il Cavaliere avrebbe disertato il processo in appello per Mediaset, causa ricovero al San Raffaele, l’ avvocato generale di Milano Laura Bertolè aveva chiesto una visita fiscale per accertare il suo reale stato di salute. La corte aveva quindi  disposto  per oggi la visita di due consulenti di parte e di uno della difesa. Visita alla quale Berlusconi non si è opposto nonostante potesse farlo in quanto parlamentare.

C’è da dire però che è una richiesta di visita fiscale alquanto inusuale, sia in processi come questo che in altri aventi come oggetto reati ben più gravi. Per dirla con le parole del segretario del Pdl Angelino Alfano, stavolta  “si è sfondato il muro del ridicolo”.

In mattinata il presidente dell’associazione nazionale magistrati, Rodolfo Maria Sabelli, si era sentito in dovere di rispondere da Catania sugli attacchi di Silvio Berlusconi ai magistrati e sulla manifestazione indetta dal Pdl per il  23 marzo. ”Qualsiasi generalizzazione, qualsiasi attacco alla magistratura, idea di manifestazioni dirette contro di essa – ha fatto presente Sabelli – costituiscono una sfida a principi che sono fondamento della nostra Costituzione e delle democrazie mature”. Ragionamento che per Cicchitto deve essere completamente rovesciato: ”Qualsiasi intervento politico di magistrati che agiscono per modificare la libera dialettica tra le forze politiche è un attacco allo stato di diritto e anche alla Costituzione”.

La verità è una sola, sottolinea il senatore Pdl Altero Matteoli, che in questo caso “sono stati utilizzati metodi che offendono i principi basilari del diritto, del buon senso e della convivenza civile e ciò da parte di magistrati che operano al pari di un plotone di esecuzione”.

Il legale ha rinunciato alla arringa difensiva finale, in cui avrebbe dovuto difendere Berlusconi nel merito. “Anche se lo avessimo fatto – ha spiegato – non ci sarebbe bastata l’udienza di oggi. Il tribunale è deserto a parte noi”. L’Ghedini ha poi definito il no della corte al legittimo impedimento “un provvedimento al di fuori di ogni logica”. Il pg aveva già fatto le sue richieste, sollecitando per Berlusconi la conferma della condanna a quattro anni per frode fiscale comminata dai giudici di primo grado. “Attendo un’altra sentenza di condanna, l’ho detto anche in aula”, ha sostenuto Ghedini. L’avvocato ha aggiunto di voler andare “al più presto davanti alla Cassazione, dove spero in un’assoluzione”. Per il legale “questo non è un modo di fare un processo super partes” e per questo “abbiamo rinunciato a discutere nel merito”. Parlando fuori dall’aula con i cronisti, ha detto che “quanto è successo in questi giorni va al di fuori di ogni logica. Ciò vuol dire che si vuole arrivare a sentenza in tempi brevi”.

A.B.

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