In Qatar gli 11 stadi necessari ad ospitare i mondiali di calcio del 2022, nonché tutte le strutture necessarie all’evento, grondano sangue. Il sangue di centinaia e centinaia, circa una vittima ogni giorno, di operai trattati in modo disumano per allestire quanto progettato per l’edizione del 2022 della Coppa del Mondo FIFA. Milleduecento morti bianche fin qui, spesso attribuite a infarti o a decessi accidentali perché le autopsie non vengono condotte dalle autorità qatariote. Ma i cantieri degli impianti degli alberghi e di tutte le infrastrutture necessarie per ospitare l’ evento potrebbero costare ancora la vita di altre 4000 persone.
La denuncia è dell’Ituc (International Trade Union Confederation), sindacato transnazionale, che parla di sfruttamento e riduzione in schiavitù di almeno mezzo milione di operai soprattutto pakistani, nepalesi e indiani. Muratori sulle gru a 50 gradi, turni di lavoro massacranti, alloggi case fatiscenti e sovrappopolati con condizioni igieniche terribili. Cosa ancora più grave è che i datori di lavoro sanno che a queste condizioni non si può resistere a lungo e quindi sequestrano i passaporti ai dipendenti e sospendono le paghe per mesi, spesso con la scusa che devono riscattare la loro uscita dal Paese d’origine. Il caso è esploso con violenza nelle ultime settimane, quando trenta edili nepalesi si sono rifugiati nell’ambasciata del loro Paese, lamentando di non venire retribuiti e chiedendo di essere rimpatriati. Altri 44 di loro erano morti durante l’estate, sempre per incidenti sul lavoro o per “infarto”, mentre fonti indiane dicono che sono 82 i decessi di lavoratori del subcontinente dall’inizio dell’anno e altri 700 erano morti per le medesime ragioni nel biennio precedente.
Il piccolo emirato arabo che ha rifiutato di diventare parte dell’Arabia Saudita o degli Emirati Arabi, è già nel pieno dei preparativi che prevedono l’allestimento di 11 stadi. Oltre al già pronto Khalifa International Stadium, devono essere costruite ex novo ben 9 strutture mentre altri due impianti già esistenti saranno oggetto di ampliamento. Si lavora dunque alacremente utilizzando, come si usa nei paesi arabi, manovalanza proveniente da Pakistan, Nepal, India e Sri Lanka.
Si abbatte un vero e proprio scandalo sui Mondiali in Qatar, riportato nei giorni scorsi dal quotidiano britannico The Guardian, è ora all’attenzione del Comitato organizzativo del Mondiale: alla luce del fatto che “i lavori direttamente legati al Mondiale non sono ancora iniziati”, il Comitato si dice “profondamente preoccupato per le accuse ad alcuni appaltatori e subappaltatori dei lavori in corso” ma dichiara di aver già avviato delle indagini in merito.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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