La violenza sulle donne non va in vacanza e colpisce duramente nei giorni di fine estate conquistando ancora una volta le prima pagine dei quotidiani. Solo questa mattina due nuovi casi in Campania e Calabria: il primo ha avuto come teatro Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, dove una moglie è stata colpita ripetutamente dal proprio marito con una mazza da baseball ed ora è ricoverata in prognosi riservata. L’aggressione sarebbe avvenuta per futili motivi. In Calabria, a Lametia Terme, una donna di 40 anni è stata ferita con un coltello dal marito nel corso di un litigio, ancora una volta per motivi banali. La quarantenne, di origine polacca e madre di due bambini, è ora in ospedale, in prognosi riservata ma non è in pericolo di vita. In Calabria, nel fine settimana si è costituto l’uomo che a Monasterace aveva ucciso la moglie ed era braccato da cinque giorni. Non ricorda nulla l’assassino, neanche dove ha trascorso il periodo di latitanza.
C’è poi l’orrore accaduto in una villa di un elegante quartiere romano dove una colf ucraina di 38 anni è stata uccisa a colpi di mannaia da un italiano ospite da un paio di mesi dei proprietari dell’abitazione. Sono in corso le indagini per capire cosa abbia scatenato tanta furia omicida, ma perde corpo l’ipotesi, tra le tante, di un tentativo di stupro.
Non è ancora finita la cronaca nera che ha visto appartenenti al cosiddetto sesso debole – espressione alquanto appropriata in questo caso – vittime di dissapori e gelosie che armano la mano del (ex) compagno di vita. A Sarzana, tre colpi di pistola all’ex moglie e l’imprenditore edile di Massa Carrara Salvatore Iemma si è liberato di un peso che evidentemente non gli permetteva di vivere sereno neanche a distanza.
Nel Veneto, poi, mediamente sono state due al giorno, le donne vittime di violenza che hanno chiesto aiuto al Centro Progetti Donna di Padova nelle prime settimane di agosto. Un numero impressionante che conferma il trend che ha visto ben 541 donne rivolgersi al centro dall’inizio dell’anno.
La violenza sulle donne ha anche un costo per lo Stato: sono stati calcolati 17 miliardi di euro l’anno, tra costi diretti, non monetari, effetti di moltiplicazione economica e sociale. E’ il risultato di un’indagine di Intervita Onlus – ‘Quanto costa il silenzio?’ – che è partita dai dati Istat sulla sicurezza delle donne del 2006, integrati con interviste a operatori e vittime. Secondo i dati Istat, in Italia una donna su tre – tra i 16 e i 70 anni – è stata vittima nella sua vita dell’aggressività di un uomo, sono quasi 7 milioni di persone. Da qui si è partiti per il calcolo dei costi diretti: da quelli sanitari (460 milioni) a quelli per i farmaci (45), dai costi per l’ordine pubblico (236) alle spese legali (290), dai servizi sociali (155) ai costi giudiziari (421). Il totale ammonta a 1,7 miliardi. A questi vanno aggiunti 600 milioni per gli effetti moltiplicatori economici’ (ovvero per la mancata produttività) e oltre 14,3 miliardi di quantificazione del danno fisico, morale o biologico (tra costi non monetari ed effetti moltiplicatori sociali). I risultati d
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