Inside out, ultimo capolavoro Pixar che è tutto un’emozione, nel suo primo weekend nelle sale batte tutti e incassa 5,7 milioni. Si conferma così la vocazione della Disney a collezionare successi investendo su temi del tutto inconsueti.
È ormai uno standard per le produzioni Pixar della Disney scegliere per le proprie storie concetti e situazioni tanto profondi quanto fuori dalle tendenze del momento. Emozioni, famiglia, affetti e sentimenti sono i temi che dominano in tutti i film Disney, ma in quest’ultimo fanno da padrone assoluto e incontrastato. IL film però non si limita alla costruzione di una storia fondata sui buoni sentimenti, Iside out è in se stesso un vero e proprio studio analitico dello sviluppo delle emozioni nelle prime fasi dell’età evolutiva.
Per confezionare questo film la Disney si è infatti avvalsa di un’equipe di esperti nelle neuroscienze sul cui lavoro disegnatori e sceneggiatori hanno creato un piccolo mondo animato. Le più moderne teorie psicanalitiche nell’ambito dello studio delle emozioni si incarnano con semplicità disarmante nei teneri personaggi di questo film e prendono vita realizzando una piccola storia complessa ed elementare al tempo stesso.
In un’epoca in cui sembra che solo le emozioni forti e immediate abbiano il sopravvento, in Inside out i protagonisti veri sono unicamente una bambina e i suoi sentimenti. Gioia, Disgusto, Rabbia, Tristezza e Paura sono i veri personaggi principali di questa avventura che a ben vedere non ha nulla di straordinario. Non si potrebbe raccontare infatti nulla di più comune che la storia di una bambina che si affaccia ad una fase della crescita caratterizzata da grandi sconvolgimenti, come la pubertà, in un momento difficile della vita come il trasferimento della sua famiglia da un piccolo centro ad una grande città.
Questa è Riley e attraverso la sua esperienza adulti e bambini imparano a capire l’enorme ruolo e peso delle emozioni e dei ricordi nello sviluppo della personalità di un bambino. Un viaggio dentro e fuori la testa che racconta il difficile passaggio della protagonista dalla perdita dell’ingenua spontaneità infantile alla costruzione di un sistema di sentimenti più complesso e articolato e di un mondo interiore più strutturato. Inside out non teme di mostrare che ogni emozione, anche quelle in apparenza negative come la tristezza, hanno un’importanza fondamentale nella vita della persona. Dolore e sofferenza non solo fanno parte di ogni esperienza, ma assumono un valore anche positivo quando affrontati con il sostegno degli affetti più cari, nell’unità familiare.
Una materia che in sé si presenterebbe assai arida per i non addetti ai lavori nelle mani della Disney diventa un’esperienza coinvolgente, una profusione di emozioni all’ennesima potenza. Si può imputare al film che i tanti e diversi livelli di lettura non sono pienamente accessibili ai bambini e forse la storia nella sua complessità non è del tutto comprensibile ad ogni pubblico. Ma il gusto del lungometraggio animato rimane tutto e vale l’interesse che finora ha riscosso.
Vania Amitrano
Laureata in Lettere, amante dell’arte, dello spettacolo e delle scienze umane, autrice di testi di critica cinematografica e televisiva. Ha insegnato nella scuola pubblica e privata; da anni scrive ed esplora con passione le sconfinate possibilità della comunicazione nel web.
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