Un miglior inizio, questa Serie A, non poteva averlo e, pur avendo mostrato due squadre ancora non in grado di reggere 90 minuti ad alto ritmo e con una fase difensiva ancora da registrare, Milan e Lazio hanno offerto, soprattutto nei primi 45 minuti, uno spettacolo di valore assoluto. Pronti via, e subito si accendono le luci a S.Siro con un’occasionissima di Aquilani ( 8’) sventata dal bravo Bizzarri ( al rientro sui campi nostrani dopo oltre due anni in naftalina) e poi la Lazio prende convinzione e coraggio e sale in cattedra. Mauri, già miglior assist-man biancoceleste la scorsa stagione, dimostra che è ancora lui l’elemento ideale per innescare le punte e sforna, in rapida successione, due cross con il contagiri per Klose (12’) e Cisse (21’) che fulminano Abbiati, rispettivamente con uno splendido stop a seguire di destro ad aggirare nientemeno che l’ex totem della difesa laziale, Nesta, e con una potente quanto precisa conclusione di sinistro, il tedesco di origini polacche, e con un imperioso stacco aereo ( sempre a svettare sull’ex difensore della nazionale, in evidentissimo affanno sui satanassi laziali per gran parte della gara) che produce una fucilata su cui nulla avrebbe potuto qualsiasi estremo difensore, Cisse. Nel mezzo, altro sbandamento di Nesta e della difesa rossonera, con il centrale che si scontra con il compagno Gattuso ( a seguito della qual collisione, Ringhio dovrà uscire, sostituito da Van Bommel, anche se la Tac non evidenzierà alcuna conseguenza) lasciando un invitante varco libero per Cisse il cui bolide viene respinto da Abbiati, ma Klose, pronto a ribadire in rete il tap-in, viene disturbato e manda a lato. Un inizio fantastico, quello degli uomini di Reja, e scioccante per quelli di Allegri. Ma la Lazio non ha neanche il tempo di sfoderare anche i suoi antichi vizi ( ossia, rinculare dietro a protezione del vantaggio) che il Milan si sveglia dal torpore e, in soli 5 minuti, dal 29’ al 33’, perviene al pareggio con Ibra, che insacca comodamente a porta vuota un assist al bacio di Cassano innescato da un ottimo Aquilani ( da segnalare il difettoso tentativo di copertura di Zauri), e con lo stesso Fantantonio che, di testa, su angolo calciato dallo stesso Aquilani, è bravo ad anticipare un sempre più incerto Zauri. Il Milan diventa arrembante e la Lazio s’intimidisce un po’, ma ha ancora la forza di provare a riprendere la testa della gara con una splendida incursione sulla fascia di Konko ( molto buono il suo esordio e anche molto attesa la sua prestazione per verificare se la cessione di Lichtsteiner era stata adeguatamente surrogata) che mette in mezzo per Hernanes che, di piatto, manda a lato un comodo rigore in movimento. La frazione si chiude con un tiro alto di Boateng. Nella ripresa, vuoi per il calo atletico, vuoi per il timore di lasciare spazi ai padroni di casa, la Lazio indietreggia, spaccandosi in due tronconi con Klose e Cisse lasciati troppo soli là davanti, è il Milan a fare la partita e con grande irruenza. Si riaccende la lampada del genietto di Bari vecchia che, prima sfiora il palo di un nonnulla, poi lo centra in pieno, ottimamente servito da una “scodellata” di Ibra, poi offre a Boateng una ghiotta opportunità, sprecata. Reja, vedendo i suoi in difficoltà, passa da 4-2-3-1 ad un più guardingo 4-4-2, togliendo un esausto Klose ( reduce da due gare ravvicinate con la nazionale tedesca, a corto di allenamenti, ma con la buona notizia che la Germania è già qualificata alla fase finale di Euro 2012) per far posto al “Tata” Gonzalez. La squadra, però, non riesce più ad imporre il suo consueto palleggio e deve sempre più spesso ricorrere a lanci lunghi. Ciononostante, su una verticalizzazione d capitan Mauri, Cisse è bravo a catapultarsi sul pallone, supera Abbiati che sbaglia il tempo in uscita, ma, con la porta spalancata avanti a sé, vede materializzarsi la provvidenziale gamba di Nesta che ne devia la conclusione a lato. La partita della Lazio finisce qui, mentre il Milan trova ancora la forza per tentare la via della rete e lo fa con Ibra su cui è bravissimo Bizzarri a chiudere e con Pato il cui tiro, però, si perde in curva. Al termine della partita, le sensazioni sono molto contrastanti. E’ notevole il rammarico per l’occasione persa sotto tre profili: si potevano incamerare tre punti, lanciare un messaggio molto forte a tutta la serie A e sfatare un tabù, quello del S.Siro rossonero, che persiste da ben 22 anni. Ma se si tiene conto che l’avversario era fortissimo ( oltre che campione in carica e indiscusso favorito anche per questa stagione), che si giocava a Milano e che, per come si stavano mettendo le cose, nella ripresa si sarebbe potuti affondare, il 2-2 finale potrebbe anche essere accolto con una certa soddisfazione. Piuttosto stizzito, in conferenza stampa, mister Reja, il quale, sostanzialmente, lamenta un atteggiamento di critica preconcetta nei suoi riguardi ( “Ma come, l’anno scorso mi criticavate perché troppo speculativo e ora perché troppo garibaldino?”). La verità è che, lungi dal voler recitare la parte degli eterni scontenti, questa è una squadra a decisa trazione anteriore perché queste sono le caratteristiche dei suoi uomini e, quindi, in futuro, per poter sopportare la compresenza di così tanti giocatori offensivi, occorrerebbe anche un lavoro di grande sacrificio dei due magnifici debuttanti ( Klose e Cisse) che, al momento, non hanno e non possono avere ancorala gamba per garantire anche copertura. Fermi restando gli evidenti errori, individuali e collettivi, che hanno propiziato le due marcature rossonere. E’ altresì vero, però, che, mentre il collega, Allegri, metteva in campo Pato, nel finale, per cercare i tre punti, Reja rispondeva con Gonzalez. Forse, osare con Rocchi non sarebbe stato così rischioso.
Daniele Puppo
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