Forse non lo immaginivano neanche i suoi abitanti. Ma la pagella che Il Sole 24 ore assegna ogni anno alle città italiane, in base alla qualità della vita e ad altri parametri, vede in testa la provincia di Ravenna. La città emiliano-romagnola che nel 2013 era sesta, ha conquistato quest’anno il primo posto della classifica sulla vivibilità. La ricerca del Sole 24 Ore del Lunedì – che ogni anno confronta le performance delle province italiane tramite un’articolata serie di parametri suddivisi in sei capitoli d’indagine – festeggia oggi la 25ª edizione. Un quarto di secolo di una competizione giocata sulle statistiche (e le relative pagelle) con le quali si è cercato di monitorare i progressi e i ritardi del territorio, aggiornando continuamente gli strumenti utilizzati per misurare la vivibilità.
Quello che però non è cambiato è il divario che caratterizza lo sviluppo del Paese: è ancora netta la divisione tra Nord e Sud del Paese, se è vero che all’ultimo posto, tra le 107 province prese in esame troviamo Agrigento, quest’anno scivolata ancora più in basso di altri 11 posti (nel 2013 era 96esima). Nella splendida Città dei Templi i circa 60 mila abitanti, 100mila in meno rispetto alla regina della classifica Ravenna, vivono male per il basso tenore di vita, dovuto al reddito, per la scarsa qualità dei servizi e le ogfferte per il tempo libero. Va meno peggio di altre città, invece, per quel che riguarda la sicurezza: Agrigento è il 29mo posto grazie al basso tasso di denunce presentate rispetto alla popolazione
Ravenna quest’anno sostituisce Trento, vincitrice dell’edizione 2013. Questo è stato possibile soprattutto grazie agli alti voti ottenuti in materia di «Servizi, ambiente e salute» (dove è prima): la disponibilità di asili rispetto alla potenziale utenza è il doppio della media, il tasso di emigrazione ospedaliera non raggiunge il 3% (media 9%), l’indice di smaltimento cause civili è pari a 52 (media 38). Bene anche per «Affari e lavoro» (ottimo rapporto tra impieghi e depositi e alto tasso di occupazione, 67%) e nella «Popolazione» dove spicca per il miglior rapporto tra under 15 e over 64 (121 contro 87). L’unica pecca Ravenna la registra per l’ «Ordine pubblico»: le alte incidenze di denunce di furti in casa, scippi e borseggi, rapine la relegano al 103° posto.
Ma sulla sicurezza l’Italia purtroppo non conosce confini: molte le province del Nord e grandi aree metropolitane, interessate a questo fenomeno, altrettante quelle del Centro e del Sud.
Guardando la classifica dell’edizione 2014 nel suo insieme, si osserva una top ten composta prevalentemente da realtà medie o piccole, del Nord Est, montane; terza Modena, quarta Belluno, poi di seguito Reggio Emilia, Aosta, Bologna, Milano, Siena e Bolzano.
Buoni i risultati del Centro, in particolare delle province toscane (Siena è nona e Livorno 11ª). Il Mezzogiorno riesce a spingersi nella prima parte della classifica solo con le province sarde (Olbia-Tempio, Sassari e Nuoro). Per il resto anche questa volta deve rassegnarsi alla parte bassa, dove prevalgono province siciliane, calabresi e pugliesi. Napoli, ultima nella scorsa edizione, guadagna il 96° posto. Quanto alle due maggiori, entrambe segnano progressi: Milano scala due posti e arriva ottava, Roma ne risale otto e occupa il 12° gradino. Più o meno stabili le altre, avvantaggiate da pagelle accettabili – nonostante il difficile momento congiunturale – nelle aree tematiche più riferite all’economia, ma come sempre con risultati poco soddisfacenti alla voce sicurezza.
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