Il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare con l’Iran e gli effetti sugli equilibri mediorientali.
Sono bastati pochi minuti a Trump per mandare in fumo l’accordo sul nucleare con l’Iran, frutto di uno sforzo di anni, trionfo della diplomazia del multilateralismo. Per molti si tratta della peggiore decisione che il presidente statunitense potesse prendere. Tra questi, anche la voce autorevole di Christiane Amanpour nota giornalista di esteri della CNN.
In attesa di ascoltare il Congresso Usa che dovrà stabilire quando e come verranno reintrodotte le sanzioni economiche in Iran – se la prima tranche arriverà tra 90 giorni o più avanti – l’attacco di Israele in Siria contro obiettivi militari iraniani, ci rende testimoni delle conseguenze devastanti che la decisione di Trump sta producendo nella regione medio orientale.
“L’Iran ha superato la linea rossa. Abbiamo risposto di conseguenza”, ha detto il premier israeliano.Ovvero la risposta ad un attacco avvenuto poco prima da parte dei pasdaran nelle alture del Golan, territorio occupato da Israele nella guerra del 1967, ma rivendicato dalla Siria.
Il ministro della Difesa israeliano nel dare l’annuncio ha spiegato che l’attacco ha distrutto quasi tutte le infrastrutture iraniane in Siria, e si augura ha detto, che “il messaggio sia passato”. Tra gli obiettivi abbattuti cinque batterie anti-aeree siriane e depositi di armi e munizioni.
Il botta e risposta tra i due Paesi, preoccupa non solo la Russia ma anche l’Europa, la Germania e la Francia in particolare. Macron intervenendo dalla Germania durante la cerimonia che lo ha visto insignito del premio Carlo Magno si è augurato che l’escalation delle tensioni possa cessare. Gli ha fatto eco la Merkel aggiungendo che “in gioco c’è la guerra è la pace”.
La Casa Bianca come previsto è intervenuta appoggiando il diritto a difendersi di Israele, sulla stessa linea dalla Gran Bretagna ha parlato il primo ministro Theresa May.
Sarebbero 23 le vittime del raid isareliano, secondo l’Osservatorio dei diritti umani. Nessun commento ancora da Teheran: se l’attacco di giovedì fosse confermato, si tratterebbe del primo raid iraniano contro Israele. Forse una ritorsione per il bombardamento dello scorso 9 aprile contro una base area siriana in cui morirono sette iraniani.
Mike Pompeo, il neo Segretario di Stato Usa di ritorno dalla Corea del Nord proverà a convincere gli alleati europei che è importante ricondurre l’Iran al tavolo dei negoziati, nella speranza che le sanzioni economiche servano da deterrente.
Giorgia Orlandi
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