C’è stato un tempo durante il quale il cristiano pentito e reo confesso era sottoposto a pene molto severe per espiare la propria colpa: digiuni, mortificazioni, pellegrinaggi e visite a luoghi di culto, nell’era in cui la macchina non esisteva e solo i più fortunati potevano sperare nel trasporto di un quadrupede. Tutto questo accadeva prima dell’anno Mille. Poi, Papi e Vescovi iniziarono a rimettere una parte della pena temporale a chi, ad esempio, faceva elemosina ai poveri. E’ il Concilio di Trento (1545) che finalmente abolisce le questue e i quaestores, e da quel momento ai giorni nostri il sistema delle indulgenze, ovvero dello sconto di pena, è andato semplificandosi. Tanto che oggi basta un semplice twitter ai giovani che si uniranno spiritualmente ai partecipanti alla XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù che si celebrerà dal 22 al 29 luglio a Rio de Janeiro.
Papa Francesco , che parteciperà come i suoi predecessori al raduno oceanico di ragazzi provenienti da ogni angolo della terra, ha fortemente desiderato che a conclusione dell’Anno della Fede “tutti fedeli legittimamente impediti a partecipare a tale evento possano ottenere l’Indulgenza plenaria attraverso i nuovi mezzi di comunicazione sociale”. Agli anelanti al perdono della Chiesa, è scritto nel ‘Decreto del la penitenza apostolica’ promulgato il 24 giugno scorso e valido solo per questo evento, vengono fatte salve le solite condizioni 0 ovvero confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo l’intenzione del Sommo Pontefice – per ottenere una volta al giorno l’indulgenza plenaria applicabile anche, si legge, “a modo di suffragio alle anime dei fedeli defunti, per i fedeli veramente pentiti e contriti, che devotamente parteciperanno ai sacri riti e pii esercizi che si svolgeranno a Rio de Janeiro”.
Insomma, nell’era della globalizzazione, dell’informazione di massa, anche la Chiesa si aggiorna e mostra il suo lato più moderno che affianca quello caritatevole sempre presente. Ottenere l’indulgenza non sarà, dice in un’intervista mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, “come prendere un caffè alla macchinetta”. E neanche c’è “uno sportello che rilascerà il certificato”. Ma “ciò che conta realmente – spiega mons. Celli – è che i tweet che il Papa manderà dal Brasile o le foto della Gmg che andranno su Pinterest producano autentici frutti spirituali nel cuore di ognuno”.
C’è da augurarsi quindi che in consueto appuntamento mondiale dei giovani con Cristo, previsto per la settimana prossima, attraverso le moderne tecnologie possa ridare nuova linfa all’antica pratica dell’indulgenza che il Catechismo della Chiesa cattolica definisce come “la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa” davanti al confessore, e concedere sollievo spirituale anche a quel ragazzo che pur lontano dal Brasile si sentirà coinvolto da un video, un semplice sms o una email. Anche lui parteciperà attivamente alla GMG.
A.B.