E’ scontro dopo Pontida sulla partecipazione dell’Italia alla missione Nato in Libia. ‘E’ nostro impegno, sancito dal Parlamento, restare schierati in Libia con le forze di altri Paesi che hanno raccolto l’appello delle Nazioni Unite’, ha detto il presidente della repubblica Giorgio Napolitano nel corso della celebrazione della Giornata mondiale del rifugiato. Secca la replica del ministro dell’interno Roberto Maroni.
‘Ribadisco la posizione gia’ espressa a Pontida e cioe’ la riforma fiscale, la modifica del patto di stabilita’ e la richiesta al presidente del Consiglio di dire quando terminera’ l’impegno inLibia, che e’ l’unico modo per fermare lo sbarco dei clandestini’.’L’Italia – ha ricordato Napolitano intervenendo alle celebrazioni dell’Unhcr – non poteva guardare con indifferenza o distacco agli avvenimenti in Libia, un Paese a noi cosi’ vicino e con il quale abbiamo nel tempo stabilito rapporti cosi’ intensi; non poteva rimanere inerte dinanzi all’appello del Consiglio di sicurezza perche’ si proteggesse una popolazione che chiede liberta’, autonomia, giustizia perche’ la si proteggesse dalla feroce repressione del regime del colonnello Gheddafi e le si aprisse la prospettiva di una pacifica evoluzione politica e civile verso forme di reggimento democratico’. ”L’Italia sara’ coerente all’impegno gia’ assunto. La Nato ha fissato un termine fino a settembre, i costi sono gia’ stati stanziati e individuati: la coerenza degli impegni internazionali non manchera”’. Ha ancora ribadito il ministro degli esteri Franco Frattini rispondendo alle domande dei giornalisti sulla discussione sui tempi e i costi delle missioni all’estero, in particolare sulla Libia. Le altre missioni sono in discussione? e’ stato chiesto al ministro. ”Certamente no: il principio e’ quello di un’azione coerente e coordinata con gli alleati”, ha risposto Frattini. ”Vi sono riduzioni di contingenti gia’ programmate, penso ad esempio ai Balcani. Vi sono indicazioni che il ministro La Russa aveva dato – e di cui dovremo parlare a cominciare dal Consiglio supremo di Difesa del prossimo 6 luglio – mi riferisco ad esempio al Libano. Ma sempre – ha precisato Frattini – in uno spirito di gradualita’ e di coordinamento con gli alleati. I fondi congelati a Gheddafi e agli uomini del suo clan, attraverso le sanzioni internazionali, dovrebbero essere usati come ”garanzia” per consentire prestiti al Consiglio nazionale di transizione libico (Cnt). E’ questo l’auspicio dell’Italia. ”Il Comitato sanzioni dell’Onu ha bisogno di piu’ tempo per scongelare gli asset”, ha spiegato il ministro Franco Frattini, parlando al suo arrivo al consiglio esteri a Lussemburgo. ”L’Italia ritiene che si possano considerare gli asset come una garanzia, quindi non scongelarli, ma consentire dei prestiti”, ha spiegato il ministro.
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