In Libia è necessaria una “sospensione umanitaria immediata delle ostilità ” per consentire la creazione di corridoi umanitari in grado di aiutare la popolazione. Lo ha detto il Ministro degli Esteri Franco Frattini, nella sua audizione in commissione alla Camera sul Consiglio europeo che si aprirà a Bruxelles.
La “priorità”, ha precisato Frattini resta il cessate il fuoco che rimane “in primo piano nella strategia politica dei negoziati”, ma attualmente, per il ministro, è “fondamentale la cessazione umanitaria delle azioni armate per consentire aiuti immediati”. Un immediato blocco delle ostilità, ha sottolineato il titolare della Farnesina “che consentirebbe di evitare quello che il Cnt teme: la consolidazione della spartizione in due della Libia. Ma permetterebbe anche e soprattutto l’accesso a località della Libia isolate nelle quali la situazione umanitaria è drammatica, come la periferia di Misurata e la stessa Tripoli”. “Se, come l’Italia auspica, ha spiegato il ministro in vista del consiglio europeo di domani, questa sarà indicata come una soluzione praticabile, si tratterà di un primo passo per consentire di venire incontro a esigenze umanitarie gravissime”. Una “precisa raccomandazione alla Nato sulla drammatica vicenda degli errori che colpiscono i civili” è giunta dal ministro degli Esteri Franco Frattini, durante la sua audizione oggi alla Camera. “Rispetto all’azione della Nato – ha detto riferendo alle commissioni riunite Esteri e Politiche Europee – è opportuno chiedere una sempre più dettagliata informazione su esiti e risultati e ribadire una chiara e precisa raccomandazione sulla drammatica vicenda degli errori che colpiscono i civili, che non é chiaramente la missione della Nato”. La Francia e’ contraria ad una pausa nelle operazioni militari in Libia. Lo ha riferito oggi il ministero francese degli Esteri. Il ministro degli esteri cinese Yang Jiechi ha definito il Consiglio Nazionale di Transizione dei ribelli libici “un importante interlocutore”. La dichiarazione di Yang è riportata oggi dal sito web del ministero mentre è alla seconda giornata della sua visita in Cina Mahmud Jibril, uno dei leader del Consiglio. Non sarebbero solo le milizie di Gheddafi a perseguitare i profughi provenienti dai paesi dell’Africa sub sahariana, utilizzandoli come ”bombe umane” da caricare sui barconi diretti a Lampedusa come ritorsione per la missione militare in Libia. Un video pubblicato in esclusiva sul sito dell’Ansa (www.ansa.it) documenta infatti anche violenze e umiliazioni da parte delle truppe ribelli che combattono il regime del colonnello. Quest’ultimo ha infatti assoldato numerosi stranieri come mercenari per il suo esercito. Le immagini, girate di nascosto con un cellulare a Kufra, una localita’ al confine tra la Libia e il Sudan, riprendono un gruppo di migranti bloccati dalle truppe anti governative. I profughi, tra i quali si notano alcuni minori, hanno le mani legate e sono costretti dai militari a strisciare per terra. Le immagini riprendono gli uomini in divisa, armati con mitra Kalasnikov, mentre colpiscono gli immigrati con alcuni frustini. Il video e’ stato girato da un nigeriano di 32 anni che ha cercato di fare il doppio gioco: prima si e’ proposto come ”informatore”, facendo capire ai ribelli di poter fornire loro informazioni sul flusso di profughi provenienti dal deserto del Sahara. Poi e’ fuggito a Sabha, nella zona controllata dalle truppe ”lealiste”, chiedendo ai militari di Gheddafi di potersi imbarcare per Lampedusa dove e’ approdato circa due settimane fa. Le organizzazioni umanitarie come l’Alto commissariato Onu per i rifugiati hanno gia’ denunciato la difficile situazione dei profughi provenienti dall’area sub sahariana che entrano in Libia, stretti tra le persecuzioni dei militari di Gheddafi, che prima li rinchiudevano in carcere e adesso li caricano a forza sui barconi diretti a Lampedusa, e quelle dei ribelli che hanno visto numerosi stranieri ingaggiati come mercenari da Gheddafi. Secondo il racconto dell’autore del video, i profughi – dopo le violenze e le umiliazioni subite – sarebbero poi stati respinti nel deserto.
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