Non ha niente a che vedere con lo storico schiaffo di Anagni, episodio risalente al 1303 quando papa Bonifacio VIII ricevette da Giacomo Colonna il grave oltraggio a causa dei dissidi con il re di Francia Filippo Il Bello, per definire la supremazia tra potere spirituale e temporale.
Quello che Papa Francesco ha dato alla pellegrina presente in piazza San Pietro è un altro tipo di schiaffo, questo sì materiale, che la storia difficilmente archivierà come semplice gesto di reazione di colui che si è sentito improvvisamente strattonare.
L’episodio risale alla sera del 31 dicembre, quando Bergoglio percorrendo la piazza antistante la Basilica per andare ad ammirare il Presepe donato dal Trentino e salutare i tantissimi fedeli, viene afferrato da una signora che non gli lascia andare la mano. Il gesto della donna dai tratti orientali è molto deciso, quasi violento, e il Papa fa una smorfia – pare gridare “ahi!” – causata da un misto di dolore fisico e di sorpresa, forse anche di paura. La sua reazione immediata è di schiaffeggiare la mano che lo afferra e di pretendere con forza di lasciarlo andare.
E’ superfluo, nell’era in cui i social pesano più delle parole, dire che l’azione repentina del Pontefice ha fatto il giro del web con tanto di foto e commenti al seguito. Tanto più che del Papa argentino non si può dimenticare il precedente episodio del bacio negato all’ “Anello del Pescatore”, che viene fabbricato in oro per ciascun nuovo pontefice. Era il 26 marzo scorso, Papa Francesco era andato a Loreto per firmare l’Esortazione apostolica post-sinodale ai giovani in forma di Lettera “Vive Cristo, Esperanza nuestra”. Nei fatti l’evento che è rimasto impresso è stata la sua azione di ritrarre la mano al bacio dei fedeli.
Del nuovo gesto, quello del 31 dicembre dopo la messa solenne con il consueto ‘Te Deum’, l’inno di ringraziamento che la Chiesa offre in chiusura di ogni anno, Papa Francesco ha chiesto scusa, davanti al mondo intero, il giorno successivo, il primo del nuovo anno. «Anche io perdo la pazienza, chiedo scusa per il cattivo esempio di ieri», ha detto alla folla.
Del resto non dimentichiamo che, proprio all’inizio del suo pontificato, dialogando con i giornalisti che lo accompagnavano nel suo viaggio in Estremo Oriente, alla domanda di un inviato francese che in riferimento all’attentato al settimanale satirico Charlie Hebdo gli chiedeva se, a suo avviso, vi fossero limiti da porre alla libertà di espressione nel rispetto della libertà religiosa, Francesco rispose senza mezzi termini:
“Credo che la libertà religiosa e la libertà di espressione siano entrambe diritti umani fondamentali. Ma c’è tanta gente che ‘giocattolizza’ la religione degli altri. Questi provocano le persone. Come se il dottor Gasbarri (responsabile dell’organizzazione dei viaggi del Papa, ndr) che è un mio grande amico, dice una parolaccia contro la mia mamma, si aspetti un pugno”.
E’ combattivo il Vescovo di Roma, non solo a parole. Ora ne abbiamo la prova.
A.B.
A onor del vero bisogna dire che se il papa si fosse fermato un attimo a dare ascolto alla signora,lei non avrebbe avuto bisogno di tirarlo a sè,aveva solo bisogno di ricevere una parola di conforto,visto che quando lui stava per arrivare,si è fatto anche il segno della croce.La signora era in uno stato di profonda devozione e ha ricevuto invece solo una grande delusione! E hai profondamente deluso anche tutti noi,caro Bergoglio!!! Le scuse non possono reggere, è solo un arrampicarsi sugli specchi!
Non ho mai scritto un altro commento e mi sembra molto improbabile che un’altra persona abbia potuto scrivere la medesima cosa
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