Mesina, Grazianeddu, di nuovo alle prese con la giustizia

Aveva chiuso i conti nel 2004, quando il presidente Carlo Azeglio Ciampi gli concesse la grazia dopo 40 anni di carcere. Oggi, a 71 anni, li riapre con un nuovo arresto per droga. Graziano Mesina aveva 14 anni (era il 1956) quando fu arrestato per la prima volta per porto abusivo d'armi e oltraggio a pubblico ufficiale
Aveva chiuso i conti nel 2004, quando il presidente Carlo Azeglio Ciampi gli concesse la grazia dopo 40 anni di carcere. Oggi, a 71 anni, li riapre con un nuovo arresto per droga.
Graziano Mesina aveva 14 anni (era il 1956) quando fu arrestato per la prima volta per porto abusivo d’armi e oltraggio a pubblico ufficiale. Da allora fu tutta una escalation di reati che lo hanno costretto a trascorrere in cella oltre la metà dei suoi anni. Per il bandito di Orgosolo, penultimo di dieci figli di una famiglia di pastori, si batté anche Indro Montanelli, tra i primi a farlo. Fu invece Giovanni Falcone ad opporsi nel novembre del ’91 alla concessione del provvedimento di grazia: all’epoca il giudice era direttore generale degli affari penali del ministero di Giustizia con piena facoltà, quindi, di dire ‘no’ all’allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga che aveva invece espresso ”avviso favorevole”. Allora ‘Grazianeddu’ si trovava in libertà vigilata condizionale su decisione del tribunale di sorveglianza di Torino (che nel 1993 revocò tale provvedimento).
” Salvo i rari casi in cui sussistano gravi ragioni per eliminare, con un successivo atto di grazia, la libertà vigilata che per legge consegue alla libertà condizionale, l’ Ufficio non usa avanzare – scrisse Falcone, nel motivare il rigetto – proposte di grazia in favore di condannati ammessi a liberazione condizionale. Tali gravi ragioni non sembrano, allo stato, sussistere per il Mesina”. Quel periodo di libertà durò però solo 22 mesi: il 4 agosto del 1993 il tribunale di sorveglianza revocò la concessione della libertà condizionale dopo il ritrovamento nel cascinale dove viveva di un kalashnikov e altre armi da guerra (Grazianeddu si è sempre detto estraneo a questo episodio).
Le porte del carcere così si richiusero – e questa volta sembrava per sempre – alle spalle di Mesina, dopo la condanna a otto anni e sei mesi di reclusione che gli fu inflitta ad ottobre del ’94 dai giudici del tribunale di Asti.
Il nome dell’ ultimo ‘ balente’ (colui che  riesce a resistere in ambiente povero, aspro, violento riuscendo così ad acquistare onore) compare  anche nelle vicende legate al rapimento del piccolo Faruk Kassam:Mesina sostenne di aver fatto da intermediario, favorendo la liberazione dell’ ostaggio, ma la circostanza è sempre negata dagli inquirenti e ha portato ad una condanna per favoreggiamento.
Uscito nel 2004 dal carcere di Voghera Mesina tornò qualche tempo dopo nella “sua” Orgosolo per diventare poi guida turistica nella Barbagia, nell’ Ogliastra e nel Supramonte, nascondigli inespugnabili durante la latitanza e dopo le sue rocambolesche fughe, mantenendo sempre un carisma criminale inarrivabile, come provato dalla scuse di due ladruncoli che nello scorso marzo rubarono una Porsche e si scusarono con Mesina quando seppero che ne era il proprietario.
Colui che viene considerato tra i più famosi banditi sardi del dopoguerra, è stato arrestato all’ alba di oggi dai carabinieri con l’ accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.  A quanto si apprende sembra non abbia mostrato stupore alcuno alla vista dei Carabinieri che mantenendo la calma ha seguito in caserma a Nuoro per le formalità di rito.

Durante l’ operazione dei carabinieri che ha visto anche la collaborazione di Cacciatori di Sardegna e del decimo Nucleo elicotteri di Olbia, sono state arrestate altre 26 persone.  Secondo quanto emerso nel corso delle indagini il gruppo capeggiato dall’ ex ergastolano aveva in programma anche dei sequestri di persona. Mesina, assieme ai suoi uomini, aveva già’ compiuto sopralluoghi in alcune località dell’ isola e fornito dettagli precisi sul bersaglio del sequestro, il cui nome i carabinieri non hanno voluto rendere noto. Queste circostanze sono emerse con precisione dalle intercettazioni. I sequestri, erano solo dei progetti motivo per cui al momento non viene contestato questo tipo di reato, ma l‘ inchiesta promette ancora molti sviluppi.

A.B.

 

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