Un fenomeno, quello della violenza su minore, che mai come ora ha bisogno di essere studiato, analizzato e capito, soprattutto a fronte dei recenti casi di abuso registrati sul nostro territorio nazionale. È di oggi la notizia delle violenze, sessuali e psicologiche che un bambino di 6 anni di Terni sarebbe stato costretto a subire da parte della madre, cioè colei che per prima avrebbe dovuto proteggerlo, e dal compagno della donna. I due carnefici, rispettivamente di 25 e 30 anni originari dell’est europeo, sono stati arrestati questa mattina dalla squadra mobile di Terni. Tra le ipotesi accusatorie, anche quello dell’avvio del bimbo alla prostituzione.
Nello stesso momento, a Vibo Valentia, in Calabria, tre persone, tra cui un sacerdote di 35 anni, sono state sottoposte a custodia cautelare perché ritenute responsabili di prostituzione minorile e corruzione di minorenne. Oltre al religioso, ex parroco di Zungri, sono finiti in manette anche un cittadino bulgaro e un pensionato. L’indagine è partita da una serie di intercettazioni telefoniche disposte dalla Procura in seguito ad un omicidio, avvenuto lo scorso dicembre a Vibo Valentia. In particolare il bulgaro avrebbe proposto agli altri prestazioni sessuali da parte di un quindicenne straniero chiedendo in cambio del denaro. Dalle intercettazioni è emerso che i due hanno accettato la proposta pagando, a fronte delle prestazioni, 50 euro.
Minori maltrattati, poveri e a rischio abbandono. È questo il quadro che emerge dalle ultime indagini di Save the Children e Terre de Hommes, la fondazione che si occupa di temi come la ‘Child Protection’terre , sanità di base e diritto all’educazione per l’infanzia.
Secondo “Bambini, Supereroi” il settimo Atlante dell’infanzia pubblicato da Save the Children, in Italia quasi un minore su tre è a rischio povertà ed esclusione sociale: la Sicilia detiene il record di giovani tra i 18 e 24 anni che lasciano precocemente la scuola, fermandosi alla licenza media (1 su 4). Molto spesso, la causa è da ricercarsi all’interno della famiglia: almeno sei figli su dieci seguono l’esempio del genitore anche nella prosecuzione del titolo di studio. Anche in questo caso, la Sicilia è particolarmente a rischio, dato che la metà degli adulti dell’Isola tra i 25 e 64 anni è ferma alla licenza media inferiore.
È ancora una regione del Mezzogiorno ad avere il triste primato dei bambini più poveri di tutta Italia: “In Puglia la percentuale dei bambini e dei ragazzi fino a 17 anni in povertà relativa supera di molto la media italiana: il 32% rispetto al 20%” si legge nel testo di Save the Children. In Puglia, inoltre, “i dati dei minori in Comuni con dissesto o riequilibrio finanziario sono particolarmente allarmanti: contro una media nazionale del 7,4% (minori 0-17 anni sul totale della popolazione), nella provincia di Foggia i minori che vivono in comuni con dissesto o riequilibrio finanziario sono il 26% mentre in quella di Taranto toccano addirittura il 33,6%”
Se il Mezzogiorno piange, il Centro Italia non ride. Il settimo Atlante dell’Infanzia, pubblicato per la prima volta da Treccani, rileva che in Emilia Romagna un alunno di 15 anni su cinque non raggiunge le competenze minime in matematica e in lettura. La percentuale dei giovani emiliani tra i 18 e i 24 anni che hanno abbandonato precocemente gli studi, fermandosi alla licenza media, tocca il 13,3%, con un’incidenza maggiore tra i maschi (16,4%). Tra i ragazzi della regione, quattro su 10 non hanno letto nemmeno un libro lo scorso anno e sei su 10 non sono andati a teatro.
Ma i bambini non rischiano solo di morire di fame o di vedersi scippare il diritto all’educazione. Molti, troppi minori devono fare i conti tutti i giorni con chi ruba loro la vita, li maltratta, li abusa. Ad accendere i riflettori su questa terribile piaga è l’indagine condotta da Terre des Hommes in collaborazione con l’ospedale infantile Regina Margherita di Torino ed altri istituti ospedalieri di Firenze, Milano, Padova e Bari che, riuniti nella prima Rete Nazionale di eccellenze ospedaliere per il contrasto della violenza sui bambini.
I dati, ricavati esaminando la situazione di quasi cinque milioni di minori in un’età compresa fino ai 7 anni, hanno evidenziato che circa 3mila bambini sono stati vittime di violenze negli ultimi cinque anni. Uno degli aspetti più rilevanti è quello della comparsa di nuove forme di maltrattamento, come il chimical abuse e la shaken baby syndorme, rispetto a quelle più comuni. Ancora più preoccupante il fatto che nella maggior parte dei casi si verifica maltrattamento multiplo, cioè la comparsa di abusi di forma diversa sullo stesso minore nel medesimo tempo: da quello fisico alla trascuratezza grave, dall’abuso sessuale alla sindrome di Munchausen per procura, dall’abuso psicoemozionale alla violenza assistita, al bambino conteso. Questo tipo di violenza si abbatte su i bambini di tutte le fasce d’età.
La nostra esperienza ci conferma che il lavoro multidisciplinare, in questo campo, è importante per individuare e gestire i casi in modo più efficiente – hanno affermato Luca Gastaldo, dirigente medico, e Antonio Urbino, direttore dell’ambulatorio Bambi di Torino – Un altro aspetto fondamentale è la precocità della diagnosi di maltrattamento, che ci permette di interrompere meccanismi dannosi dal punto di vista fisico, come ad esempio nella Shaken Baby Syndrome, e psicologico sul bambino, prevenendone le gravi conseguenze che ne possono derivare in futuro. Resta inoltre fondamentale l’immediata tutela dell’integrità fisica e della sicurezza del minore, mediante interventi in urgenza”.
Le raccomandazioni di Terre de Hommes. Il fine di questa Rete Nazionale recentemente creata è l’applicazione di quattro raccomandazioni che ogni ospedale deve tenere presente, in coordinazione con la Regione che dovrà in futuro disporre di un centro ospedaliero pediatrico specializzato nel maltrattamento, dotato di equipe multidisciplinari ed attrezzature che permettano una diagnosi differenziale completa, la nuova Rete auspica che la diagnostica del child abuse diventi materia universitaria e che il maltrattamento sui bambini venga inserito nel Piano nazionale di prevenzione sanitaria.
“Dopo le indagini per quantificare il numero di minori maltrattati in Italia presi in carico dai servizi sociali ed il costo sociale della mancata prevenzione della violenza – ha sottolineato Federica Giannotta, Responsabile Advocacy e Programmi Italia di Terre des Hommes – questo nuovo lavoro torna a confermare l’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce del maltrattamento in un’ottica specificamente sanitaria”.
“Vogliamo portare all’attenzione delle istituzioni – ha aggiunto – il prezioso lavoro che viene quotidianamente svolto da strutture in prima linea nella diagnostica del maltrattamento e favorire la condivisione delle loro metodologie nel resto d’Italia”.
P.M.
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