Rigoberto Uran in rosa
La 97° edizione del Giro d’Italia è entrata decisamente nel vivo con la cronometro dei “vini” di ieri. 42, 2 km, da Barbaresco a Barolo, su un tracciato assai anomalo, per una gara contro il tempo: molti i saliscendi, tante le curve. Oltre all’inusuale lunghezza del percorso. Il tutto condito da condizioni meteo molto difficili: vento e pioggia hanno creato non pochi problemi ai “girini”. Ne sa qualcosa lo svedese Tobias Ludvigsson, della Giant-Shimano, protagonista di una bruttissima caduta e finito ben oltre il guard rail causa l’asfalto viscido: fortunatamente, per lui qualche contusione e tanta paura. Solamente gli ultimi 20 partenti hanno potuto godere di condizioni accettabili con la pioggia che aveva smesso di cadere copiosae la strada, almeno in parte, asciugata. Indipendentemente da quel che accadrà nel prosieguo della corsa rosa ricorderemo per sempre questo Giro per il numero straordinariamente elevato di incidenti, cadute e ritiri.
Ludvigsson a terra
La tappa l’ha vinta, con annesso primato in classifica generale, il colombiano Rigoberto Uran, dell’Omega Pharma-Quickstep, unico a coprire il tracciato in meno di un’ora (57′ 34″ il suo crono finale) e autore di una prestazione maiuscola, senza sbavature: perfetto in sella, veloce sia in pianura che sui saliscendi, sicuro e padrone delle traiettorie nelle insidiose curve di cui erano costellati gli oltre 42 km del percorso. Una gara-capolavoro la sua. In parte sorprendente perchè si pensava che il sudamericano, fedele alla tradizione di un paese, la Colombia, da sempre fucina di “grimpeur” puri, potesse fare sì la differenza in montagna, ma solo difendersi dignitosamente nelle tappe a cronometro.
il verde delle Langhe a far da sfondo alla prova di Uran
Il favorito naturale, infatti, doveva essere, agli occhi di tutti gli addetti ai lavori, la maglia rosa uscente, l’australiano Cadel Evans. Non un cronoman puro, ma certamente considerato più veloce del colombiano sul passo e, comunque, molto più esperto, dall’alto delle sue 37 primavere, in questo tipo di prove che, per solito, orientano pesantemente l’esito delle grandi corse a tappe. Evans ha, invece, commesso più di un errore con una traiettoria sbagliata in curva e un’uscita fuori della striscia d’asfalto in cui l’australiano è stato anche bravo a tenere la bici in piedi, facendo appello a tutta la sua esperienza di “biker”. Per lui il terzo tempo a 1’34” da Uran. Nella generale è ora secondo a 37″ dalla nuova maglia rosa. Ma è senz’altro il vincitore del Tour de France 2011 e campione del mondo a Mendrisio 2009 il grande sconfitto nelle Langhe.
Cadel Evans vede allontansarsi il Giro
Uran, ora, considerate anche le durissime tappe di montagna che attendono i corridori nell’ultima settimana di fatiche, diventa il logico favorito del Giro 2014. Il segreto della sua inaspettata tenuta contro il tempo? E’ stato proprio Uran a svelarlo: “Da parecchio tempo tutti i miei sforzi sono concentrati sul Giro. Ho fatto questa crono due volte nei mesi scorsi. Sapevo che il percorso poteva favorirmi, anche se non pensavo addirittura di vincere ed è stata una bellissima emozione. Ora la responsabilità della corsa passa a me e alla Omega? Siamo pronti, ma abbiamo davanti moltissime salite ed è presto per parlare di una vera svolta“. Mostra cautela, il nuovo padrone della corsa, ma anche sicurezza. Nei propri mezzi mezzi e in quelli della sua squadra.
Rimanendo nella terra del caffè, sorprende, stavolta in negativo, un altro protagonista annunciato, forse il più accreditato tra i colombiani al via: Nairo Quintana. Male, molto male ieri. L’atleta di punta della Movistar ha chiuso la sua prova con un deludente 13° crono, ad oltre due minuti e mezzo da Uran ed è sesto nella classifica generale a 3’29 dal leader. “Giornata negativa, in sforzi di questo tipo non puoi permetterti di respirare male. Alle gambe non mi arrivava abbastanza ossigeno. Ho un’infezione che mi sta condizionando, sono anche sotto antibiotici per accelerare il recupero. Spero che questo problema passi presto e di poter tornare a lottare ad armi pari“, il commento, dal sapore della dichiarazione di resa anticipata, di uno dei favoriti della vigilia.
Per quanto riguarda i nostri prtacolori, eccezionale la prova contro il tic tac di Diego Ulissi, secondo solo ad Uran che lo ha preceduto di 1’17” ed ora 14° in generale, distanziato di 6’24” dalla nuova maglia rosa.
Diego Ulissi
Ha contenuto i danni, invece, Domenico Pozzovivo, giunto 9° a 2’09” dal vincitore ed ora 4° nella generale con un distacco di 2’32” dalla vetta della classifica: sulle montagne potrebbe giocarsi ancora delle buone carte.
Oggi, tappa interlocutoria senza particolari asperità, una delle ultime occasioni per i velocisti di mettersi in mostra, prima della lunga sequenza di salite che decideranno il Giro 2014.
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