Un giorno di battaglia. Ottanta feriti, a metà tra manifestanti e forze dell’ordine, è il drammatico bilancio della sola giornata di ieri in Val di Susa. Ma la guerriglia per i lavori per la costruzione della Tav continua e si aprono a caro prezzo: scoppiano duri scontri tra polizia e attivisti del presidio con cariche degli agenti, lacrimogeni e sassaiole.
Poi le ruspe – scortate dalla polizia stessa – riescono ad aprire i varchi e iniziano i lavori per la costruzione dell’alta velocità Torino-Lione.La situazione era stata preannunciata delle dichiarazioni del ministro dell’Interno, Roberto Maroni. I lavori partiranno a tutti i costi, aveva assicurato ieri alla Padania. “Chi si oppone non credo riuscirà a fermare il cantiere, non deve farlo – così il ministro -, perchè vuol dire arrecare un danno gravissimo soprattutto alle future generazioni”. E ancora: “C’è un no pregiudiziale che non può essere accettato”.In effetti non è stato accettato. Stamani è scattata il blitz della polizia: un’operazione iniziata presto e portata a termine intorno alle 9.30, con l’ingresso di circa 2.500 agenti sul piazzale della Maddalena di Chiomonte (Torino) dove fino a poco prima c’erano centinaia di No Tav. I manifestanti si sono rifugiati inizialmente nei boschi. A quanto si apprende, a quel punto le due parti sono entrate in contatto. La polizia riferisce di un lancio di pietre e bombe carta, con il conseguente danneggiamento dei mezzi in dotazione. Dall’altra parte – riferisce il sito rassegna.it – i manifestanti raccontano di dure cariche delle forze dell’ordine in assetto antisommossa, con l’obiettivo di permettere alle escavatrici di aprire i lavori. Molte persone sono finite all’ospedale da una parte e dall’altra. In ogni caso le immagini parlano chiaro: mostrano scene di vera e propria guerriglia con fumogeni, lanci di massi, cariche della polizia a bordo dei blindati.Alla fine dei disordini, sono trenta i feriti tra i manifestanti e trenta tra le forze dell’ordine. Una ventina di persone sono state medicate sul posto, senza subire il ricovero in pronto soccorso. Lo riferisce il 118.”Abbiamo perso un round, non la guerra”. E’ il primo commento del leader del movimento No Tav, Alberto Perino, riportato dall’Ansa. “Oggi – afferma – è andata come si pensava che andasse. Noi abbiamo resistito poi le forze dell’ordine hanno sparato migliaia di lacrimogeni. Adesso dobbiamo portare via tutti i materiali dalla Maddalena. Poi vedremo il da farsi, di certo non siamo sconfitti”.Da parte sua, il capo della polizia si limita a difendere l’operato degli agenti. “Le donne e gli uomini delle forze di polizia sono chiamati a far rispettare disposizioni legittime e lo fanno, a prezzo di enormi sacrifici, non ‘contro’ qualcuno ma per garantire i diritti di libertà di tutti”. Questa la dichiarazione di Antonio Manganelli.Quando la situazione in Val di Susa è tornata alla normalità, altre manifestazioni contro la Tav si sono succedute per tutto il pomeriggio. Un gruppi di attivisti ha bloccato la statale del Monginevro nel centro di Chiomonte (Torino). Altri blocchi a macchia di leopardo sono stati attuati dagli stessi attivisti nella zona, su strade e ferrovie.Una manifestazione si è svolta davanti alla Regione Piemonte, in piazza Castello, a Torino. Qui una trentina di studenti universitari è entrata nell’atrio del palazzo della Regione, dove si sono seduti mostrando cartelli e striscioni contro l’alta velocità. A Roma alcune decine di dimostranti hanno occupato via del Corso, diretti in corteo verso piazza Venezia, in solidarietà con gli attivisti del movimento piemontese. In generale, la protesta è proseguita in tutta Italia, con sit-in e azioni di solidarietà dopo l’assalto al presidio No Tav: tra le varie città coinvolte Napoli, Bologna, Bergamo e Trieste. Una situazione, quella di oggi, che ha segnato il mondo della politica e delle associazioni. Reazioni sono arrivate da tutti i partiti dell’opposizione. Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani: “Di fronte agli spiacevolissimi avvenimenti di questa mattina, esprimo molta amarezza ma sottolineo anche che nel movimento No Tav ci sono anche frange violente. Negarlo significa assolverli”.”Dopodiché – sottolinea -, riduzione dell’impatto sì, bloccare quei cantieri no. Nel confronto si poteva far meglio, bisogna far di più, ma non possiamo consentire l’idea che il processo venga bloccato da iniziative prese da una frangia limitata di persone”, conclude.E’ stata una “repressione inaccettabile” per il segretario di Sel e governatore della Puglia, Nichi Vendola. “Penso che sia inaccettabile l’idea che al dissenso legittimo delle popolazioni si debba rispondere con la violenza, con la repressione. Credo – aggiunge – che chi ha la responsabilità di non aver saputo interloquire e ascoltare le ragioni di chi sta difendendo il proprio territorio e le proprie comunità, oggi non possa cavarsela con scene rapide di guerra in Val di Susa”.Anche i Verdi sono indignati dopo gli scontri. “E’ inaccettabile che si sia deciso di ichiarare guerra alla popolazione della val di Susa”. E’ la posizione espressa dal presidente, Angelo Bonelli, insieme a Monica Frassoni, co-presidente dei Verdi europei.Legambiente chiede di abbandonare subito la violenza. “Non ha nessun senso l’irrigidimento del governo sulla Tav in Val di Susa”. Per il presidente dell’organizzazione, Vittorio Cogliati Dezza, è stato un “grave errore ordinare azioni di polizia” e “l’irrigidimento del governo è un ostacolo alla buona politica”. Il movimento, inoltre, “non vuole un’opera di forte impatto territoriale, sono sempre di più gli esperti che mettono in luce il carattere non prioritario del collegamento Torino-Lione per il nostro paese”. Un’opera che sarà “una voragine per il debito pubblico”.E l’alta velocità serve veramente? Ancora con gli occhi sugli scontri, una possibile risposta arriva in serata. Precisamente dall’Osservatorio sulle liberalizzazioni nei trasporti (Oilt), che giudica la Tav in Val di Susa come “opera inutile, del secolo scorso”. Lo scrive in una nota il responsabile Dario Balotta, già leader sindacale della Fit Cisl. Per l’Osservatorio il problema vero è un altro: “Affrontare una crisi che nel 2010 ha visto la diminuzione del trasporto di merci su rotaia in Italia del 25,3%, confermando una tendenza in atto da oltre 10 anni”.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy