A tre giorni dall’apertura di un’inchiesta per epidemia colposa da parte della Procura di Napoli in relazione all’emergenza rifiuti, il ministro della Salute Ferruccio Fazio torna a rassicurare i cittadini: “Dal punto di vista della salute e delle malattie non ci sono realmente rischi”, afferma, fugando ogni possibile timore circa l’insorgenza di eventuali epidemie legate al permanere dell’immondizia per le strade.
Una rassicurazione che non vuole però, precisa Fazio, “minimizzare” il problema, che “va assolutamente risolto”. A fronte di un’emergenza che ormai stringe da settimane il capoluogo partenopeo nella morsa dei rifiuti, il ministro precisa anche come la sorveglianza sia comunque compito di Regioni e Asl. Intanto, oggi al ministero della salute si svolgerà un vertice per mettere a punto dei protocolli di monitoraggio degli indicatori di salute sul territorio napoletano. Meno rassicurante è invece il giudizio della Società italiana di igiene (Siti): “I rifiuti, specie per le grandi quantità di sostanze organiche putrescibili – spiega Paolo Villari, segretario generale Siti – producono un aumento dei ratti e degli insetti, specie nelle stagioni calde. Non c’é bisogno che torni il colera, tifo, paratifi, salmonella ed epatiti virali, per dire che siamo in presenza di un’emergenza sanitaria e potenzialmente pericolosa per la salute pubblica”.”Dal punto di vista della salute e delle malattie non ci sono realmente rischi. Questo però – ha precisato il ministro – non vuol dire affatto minimizzare l’importanza del problema rifiuti, che va risolto al più presto perché compromette fortemente il benessere dei cittadini”. Inoltre, “non c’é – ha precisato Fazio – rischio di colera e salmonellosi, che derivano da batteri eliminati con le deiezioni, mentre in questo caso parliamo di rifiuti organici, sacchetti o scatole di plastica, ma non di deiezioni”. Quindi, ha chiarito, “in questi rifiuti non sono presenti germi come per colera e salmonelle che possono creare epidemie”. Ci può essere ovviamente il rischio legato alla presenza di topi, blatte e insetti, che, ha detto Fazio, “occasionalmente possono causare gastroenteriti o salmonelle minori, ma questi – ha aggiunto – non sono problemi di tipo epidemico”. Quanto alla diossina che si sprigiona a seguito dei roghi di immondizia, “é dimostrato – ha detto il ministro – che questa non è causa diretta della formazione di tumori”. “Per legge la sorveglianza spetta alle regioni, alle Asl e agli osservatori epidemiologici regionali”, ha sottolineato Fazio. Quanto al ruolo dei carabinieri della Sanità Nas, questi, ha spiegato, “hanno un’altra funzione, che è quella di intervenire nei casi di emergenza”. In questa situazione, ha quindi annunciato il ministro, i Nas “per esempio, interverranno per fare un controllo nelle farmacie al fine di appurare se ci sia un aumento effettivo nella vendita di prodotti per la cura dell’asma nei bambini”. Oggi, ha annunciato il ministro, “abbiamo convocato al ministero della Salute una riunione con i pediatri, l’Istituto superiore di Sanità, le strutture della Regione Campania deputate alla sorveglianza e i carabinieri dei Nas per mettere a punto dei protocolli condivisi che accertino anche se esistono effettivamente problemi” di un aumentato rischio, ad esempio, per patologie come quelle respiratorie. Nel frattempo Stefano Caldoro, ieri, è stato ascoltato dai pm. Due ore per chiarire i motivi delle sue scelte e difendersi dalle accuse di omissione di atti d’ufficio ed epidemia colposa, che la Procura gli muove per la permanenza dei rifiuti nelle strade di Napoli. Stefano Caldoro è arrivato nell’ufficio del pm Francesco Curcio intorno alle 13.30, portando con sé molti documenti sui flussi dei rifiuti e sugli accordi intercorsi tra enti locali e governo. Ad accompagnarlo c’era il suo difensore, l’avvocato Alfonso Furgiuele. Per due ore, dunque, il presidente della Regione ha risposto alle domande alle domande del sostituto Curcio e dell’aggiunto Francesco Greco; a una parte dell’interrogatorio – avvenuto, secondo l’avvocato Furgiuele, “in un clima molto disteso e nella logica della collaborazione con i pm” – ha assistito anche il procuratore, Giovandomenico Lepore. Il presidente della Regione – ha raccontato il legale a conclusione dell’interrogatorio – ha spiegato che, nell’inviare fuori provincia la spazzatura napoletana, si è attenuto all’accordo stipulato il 4 gennaio scorso tra gli enti locali e il governo.Per la precisione, sempre secondo l’avvocato Furgiuele, Caldoro ha spiegato ai pm, che in base all’accordo del 4 gennaio che prevede la solidarietà da parte delle altre Province alla Provincia di Napoli, vengono scaricate circa 900 tonnellate giornaliere di rifiuti presso gli impianti STIR di Pianodardine (Avellino), Casalduni (Benevento), Santa Maria Capua Vetere (Caserta) e Battipaglia (Salerno): dall’ 1 gennaio al 31 maggio sono state dunque portate dalla provincia di Napoli all’impianto irpino 20.000 tonnellate, a quello sammaritano 50.000 tonnellate, a quello sannita 20.000 tonnellate e a quello in provincia di Salerno 1.000 tonnellate. Caldoro – spiega Furgiuele – ha anche ribadito ai pm che la competenza ad aprire nuove discariche è dei sindaci e non del presidente della Regione. Ulteriori documenti saranno consegnati in Procura nei prossimi giorni. Sempre oggi è stato sentito in Procura come persona informata dei fatti il vicesindaco, Tommaso Sodano.A convocarlo erano stati i pm Federico Bisceglia e Maurizio De Marco che, con il coordinamento dell’aggiunto Aldo De Chiara, indagano sul ciclo dei rifiuti. A Sodano sono state fatte domande soprattutto sulla mancata realizzazione di alcuni impianti, prevista invece dall’accordo tra enti locali e governo. I magistrati gli hanno anche chiesto come l’amministrazione comunale intenda risolvere per il futuro il problema dei rifiuti, posto che de Magistris si ripropone di non aprire discariche e di non costruire l’inceneritore. Proprio dall’attuale sindaco è arrivato un attacco a Rosa Iervolino Russo, che lo aveva preceduto a palazzo San Giacomo: “Una responsabilità ancora maggiore dell’Amministrazione uscente rispetto a quella dei rifiuti è non aver approvato il bilancio e aver lasciato le casse vuote. Stiamo lavorando anche in una situazione economica disastrosa che ci ha lasciato la Iervolino”. La diretta interessata ha liquidato le accuse con poche parole: “Non so cosa dica de Magistris ma francamente non mi interessa”.”Non ho intenzione di fare ping pong delle responsabilita”. Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, taglia corto e sottolinea di non essere interessato a fare polemica con il governatore della Campania, Stefano Caldoro. “Stare a far ping pong tra istituzioni ai cittadini non interessa – ha affermato – Caldoro fa bene a esprimere il suo pensiero, ma io non ho intenzione di fare polemica con lui”. Anche perché, spiega, “non ce ne sono i motivi”. “Il rapporto personale è buono – ha aggiunto – fin quando siamo stati seduti al tavolo c’é stata collaborazione, poi le responsabilità politiche istituzionali o di altri tipi non le deve individuare né il sindaco né il presidente della Regione”. Il sindaco ha ribadito che “non condivido l’abbandono dei tavoli istituzionali, ma la scelta del presidente Caldoro non interromperà il lavoro del Comune di Napoli, stiamo andando avanti a 360 gradi per liberare Napoli dai rifiuti”. “Napoli – ha concluso – è stanca di dipendere da qualcuno”.”Sono assolutamente contrario, lo stato di emergenza non serve”, ha detto ancora de Magistris sottolineando che e’ stato proprio lo stato di emergenza che ”ci ha consegnato una citta’ con la spazzatura”. ”Dobbiamo risolvere il problema con l’ordinarieta’, con le leggi attuali – ha affermato a margine di un incontro con i maestri delle scuole di Napoli – e poi in prospettiva stiamo lavorando per rendere Napoli autonoma. Questo e’ l’obiettivo politico per dare una risposta anche alla Lega Nord”. ”Stiamo lavorando 24 ore su 24 – ha aggiunto in merito alla raccolta straordinaria – La citta’ si rendera’ conto progressivamente del lavoro che facciamo, ma non intendo informare preventivamente, sono passi importanti e siccome gli ostacoli non sono pochi vogliamo che i cittadini abbiano risultati”.I rifiuti di Napoli? “O nel decreto c’é scritto che potranno essere portati solo nelle regioni confinanti alla Campania, in modo che restino lì, oppure quel decreto non passerà”: così Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione, alla festa leghista di Zogno, secondo quanto riporta il quotidiano La Padania di oggi in prima pagina.Calano le giacenze a Napoli e in provincia ma la fine dell’emergenza è ancora lontana. Nel capoluogo nella mattinata di ieri c’erano ancora 1560 tonnellate di spazzatura a fronte delle 1720 di ieri. Ciò significa che i mezzi dell’Asia – l’Azienda speciale di igiene ambientale del Comune di Napoli – stanno continuando senza sosta a raccogliere la spazzatura per portarla agli impianti Stir. Lungo le strade del centro, dopo alcune settimane di crisi, sta nuovamente iniziando a respirare. Purtroppo non va meglio nei quartieri della periferia: nella sola zona orientale – lungo le strade che vanno da Ponticelli a San Giovanni a Teduccio – secondo le stime, vi sono 220 tonnellate di spazzatura.A Quarto ci sono ancora 300 tonnellate di spazzatura a fronte delle 800 della scorsa settimana, a Pozzuoli 600 delle 1500 originarie; a Melito 400 sulle 700. A Giugliano, in particolar modo nella zona della fascia costiera, l’emergenza più grave: a terra vi sono mille tonnellate. Una situazione che nei giorni scorsi ha indotto il sindaco Giovanni Pianese (Pdl) ad emanare un’ordinanza col quale si ordina di dare agli autocompattatori di Giugliano la precedenza nelle operazioni di sversamento nello Stir di Giugliano. La scorsa notte i roghi sono stati 48 a fronte dei 60 registrati tra sabato e domenica.A Napoli i vigili del fuoco sono intervenuti soprattutto in piazza Mercato, via Piedigrotta, via Caracciolo; in provincia, invece, cumuli in fiamme in particolare a Giugliano, Melito e a San Giorgio a Cremano. A giudizio di Legambiente occorre subito il decreto che permetta di portare i rifiuti fuori regione. La crisi delle ultime settimane è legato sostanzialmente al ciclo dello smaltimento e non a quello della raccolta. Ma per il Wwf proclamare un nuovo stato di emergenza finirebbe “per deresponsabilizzare gli enti locali, di fatto, ingenerando le condizioni per una crisi vera”. E mentre i cittadini sono ancora costretti a subire i disagi non si placa la polemica. In campo oggi è sceso in campo il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, che oggi ha definito “la posizione del presidente della Giunta regionale, Stefano Caldoro, intollerabile ed ingiustificabile”. “Per i poteri che la legge gli attribuisce egli è il principale responsabile della situazione che si è venuta a determinare a Napoli ed in Campania”, ha tuonato ancora De Luca. Ma la risposta al sindaco di Salerno è giunta dal Pdl a stretto giro: “Il sindaco di Salerno interviene in una questione delicata a gamba tesa e con poco conoscenza dei fatti – sottolinea Pasquale Vessa, parlamentare del Pdl – la Regione Campania ed il presidente Caldoro hanno garantito un lavoro eccezionale. La Regione è competente per i flussi e l’attività straordinaria messa in campo, con intese istituzionali, ha evitato situazioni ancora più drammatiche. La Regione ha fatto quello che gli enti locali, a partire dal Comune, non sono riusciti a fare”.
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