Oltre 100 donne uccise in Italia ogni anno. Solo quest’anno, da gennaio ad oggi sono 117 le persone la cui vita è stata stroncata in modo violento. Oltre tre milioni, invece, le vittime di stalking da parte di fidanzati gelosi, ammiratori ossessivi, ex che non vogliono rassegnarsi alla fine di una storia. Ecco i numeri da tenere presente in questo 25 novembre, nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Una data, quella di oggi, che non è stata scelta a caso: l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha istituito questa ricorrenza il 17 dicembre del 1999, in ricordo della strage avvenuta nella Repubblica Dominicana nel 1960: tre donne, le tre sorelle Mirabal, considerate rivoluzionarie sotto la dittatura del “el Jefe” Rafael Leónidas Trujillo Molina. Le donne furono torturate e alla fine strangolate e i loro corpi vennero buttati in un burrone per simulare un incidente.
Sarebbe forse consolante sapere che certi atti possano accadere soltanto in situazioni storiche “eccezionali”, sotto una dittatura, quando insomma è già venuto a mancare tutto, dalle regole democratiche al diritto di parola alla libertà di pensiero. Eppure, non è così. Le storie di donne che vengono uccise, maltrattate, seviziate e costrette a subire torture psicologiche e fisiche appartengono ad esistenze comuni e parlano di una normalità improvvisamente spezzata. Basti pensare che la maggior parte di questi episodi avviene all’interno delle mura domestiche, nella casa che dovrebbe rappresentare un rifugio sicuro, un approdo che si trasforma a volte in una zavorra che spinge verso il fondo.
Più di tre milioni di donne vittime di stalking. Continua a salire il numero delle vittime di maltrattamento: quest’anno, più di una ogni tre giorni. Secondo l’Istat, le donne che almeno una volta nella vita hanno subìto il fenomeno dello stalking sono tre milioni e 466mila solo in Italia. E la fascia d’età delle vittime è molto ampia, dal momento che nel 16% per cento dei casi si tratta di donne tra i 16 e i 70 anni. Eppure, nonostante sia un fenomeno tristemente diffuso, ben oltre la metà delle vittime (78%) non si rivolge alla Polizia.
Cinque milioni alle vittime di violenza: l’emendamento. Nella legge di Bilancio che verrà approvata la prossima settimana, vi è anche un emendamento, passato ieri in Commissione alla Camera che prevede l’incremento del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità di cinque milioni annui nel triennio 2017-2019, che andranno alle donne vittime di violenza e ai loro figli, ai centri antiviolenza e ai servizi di assistenza.
Le app anti violenza: quando la tecnologia aiuta. è evidente che non si combatte la violenza con uno smartphone. Ma ora la tecnologia ha fatto passi da gigante e può diventare un’improbabile alleata. L’app Siamo Sicure!, patrocinata dal Telefono Rosa si compone di quattro semplici tasti: viola, arancione, rosso e azzurro schiacciando quello rosso si attiva un allarme sonoro, quello azzuro fa partire immediatamente la chiamata d’emergenza. L’arancione fa scattare un sms di richiesta di aiuto ai numeri precedentemente selezionati dall’utente con annessa localizzazione geografica.
Con l’app SecurWoman, con 2,99 euro al mese, basta scuotere il cellulare per qualche secondo e viene mandata una segnalazione alla centrale operativa. In assenza di comunicazione da parte dell’utente, l’app chiama direttamente le forze dell’ordine fornendo le coordinate. Poi c’è Stalking Buster che permette di chiamare automaticamente il numero europeo per le emergenze o quello antistalking, istituito dal dipartimento delle Pari opportunità. L’app Shaw oltre alle chiamate, offre tutta una serie di informazioni legali mentre quella creata da AREU (Azienda regionale emergenza urgenza della Lombardia) si chiama “Where ARE U'” e permette di chiamare il 112 e di ricevere assistenza anche attraverso una modalità muta, nel caso l’utente non potesse parlare.
#NonUnaDiMeno: Le manifestazioni. Domani vi saranno manifestazioni a Roma per dire basta alla violenza maschile sulle donne. Ma le iniziative che culmineranno nella giornata di Sabato sono iniziate già prima in tutta Italia, al grido di “Non una di meno” la campagna nazionale contro i maltrattamenti femminili alla quale hanno aderito circa 80 associazioni. Il corteo romano partirà domani alle 14 da Piazza della Repubblica fino ad arrivare a Piazza San Giovanni.
Laurea magistrale in Storia contemporanea presso L'Università degli studi Roma tre. Master di primo livello I mestieri dell’Editoria, istituito da “Laboratorio Gutenberg” di Roma con il patrocinio del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale presso “Università Sapienza di Roma”. Dopo la laurea ho svolto uno stage presso Radio Vaticana, dove ho potuto sperimentare gli infiniti linguaggi della comunicazione.
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