Il decreto fiscale diventa legge. Il Senato ha concesso la fiducia chiesta dal Governo allo stesso testo passato precedentemente alla Camera, con 162 voti favorevoli, 86 voti contrari e un astenuto.
“Lunedì con Padoan, quando la legge di stabilità sarà approvata, faremo una conferenza stampa per annunciare le novità e che cosa i cittadini si devono aspettare sapendo che l’operazione Equitalia va avanti, ci sono 2 miliardi in più per la sanità e i soldi per rilanciare l’economia” ha affermato il premier Matteo Renzi.
Tra i punti principali della manovra c’è ovviamente la rottamazione di Equitalia a partire da luglio 2017, che più che un vero e proprio “addio” sarà una riqualificazione, con l’agenzia di riscossione privata, ma a piena partecipazione statale, inserita ed inglobata all’interno dell’Agenzia delle Entrate.
Tra le altre novità, anche la rottamazione delle cartelle e la possibilità di pagare in quattro rate anziché in tre. “Si tratta di una misura molto importante” tiene a precisare il senatore Mauro De Barba (Pd), relatore del dl in Commissione, ma che ha teso a mettere in secondo piano altre importanti risoluzioni contenute nella manovra fiscale, come il fatto che “i dati delle fatture Iva dovranno essere obbligatoriamente comunicati all’Agenzia delle Entrate per via telematica ogni tre mesi”. Questo faciliterò i controlli incrociati che, sempre secondo De Barba, “consentiranno un incremento del gettito complessivo superiore ai 9 miliardi“.
Oggi, Renzi ha ribadito che nella Legge di Bilancio vi sono “20 mld di incentivi fiscali” che vanno investiti subito a chi innova davvero”, dando vita al “più grande piano di politica industriale” ha aggiunto il premier, intervenuto all’assemblea pubblica Anfia “Automotive e Industria 4.0: la rivoluzione corre veloce”.
Intanto la ministra della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, che spera in una giornata “produttiva e proficua” ha indicato un aumento di 85 euro negli stipendi, e questo potrebbe dare una spinta al dibattito, tutt’ora in corso, tra i sindacati (Cgil, Cisl e Uil) e il Governo riguardo il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego.
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