È un discorso molto forte, quello sostenuto all’Aja nella giornata di ieri, da Barak Obama, in occasione del summit per la sicurezza nucleare. Queste le sue parole:
“Ci stiamo organizzando in modo ancora più intenso, per fare in modo che ci siano piani di emergenza e tutti gli alleati abbiano delle garanzie. Agiremo in loro difesa qualunque cosa accada: questa è la Nato’’.
E ancora:
‘’ Ogni alleato della Nato, ha la rassicurazione che tutti noi, compresi gli Stati Uniti, ribadiamo pieno sostegno al concetto di difesa collettiva prevista all’articolo cinque del patto atlantico’’.
Il presidente degli Stati Uniti, sta mantenendo una linea dura sulla situazione ucraina e condanna in maniera eloquente il comportamento della Russia. Obama, la definisce una ‘’potenza regionale’’ e sottolinea che dopo l’invasione della Crimea ‘’è più isolata che ai tempi dell’Urss’’.
I Paesi dell’est Europa che fanno parte della NATO possono stare tranquilli, anche se Putin cercasse di minacciarli o invaderli, perché l’alleanza atlantica sta già preparando un piano per difenderli. In poche parole, il presidente americano avverte che se la Russia non cambia atteggiamento e non cerca il dialogo, il mondo è pronto a reagire.
In ogni caso l’azione militare, non è sul tavolo delle opzioni percorribili, almeno per il momento, perché la questione della Crimea,’’non è una minaccia per la sicurezza nazionale americana’’.
Così Obama lascia aperta la porta alla strada della diplomazia. Ma sta a Putin volerla seguire. E per adesso, l’unico tentativo della Russia per ‘’calmare le acque’’ è stato quello di tendere una mano ai membri del G7, per una mera questione economica, dovuto ai numeroso scambi commerciali che quasi tutti i paesi del mondo hanno con l’ex impero sovietico.
Infatti, il Cremlino,dopo la decisione dei sette Grandi di escludere la Russia dal G8, aveva minacciato di non esportare più gas e petrolio in Europa. Gli Stati Uniti, hanno già tranquillizzato tutti, pronti a dar sostegno e aiuti in caso ce ne fosse bisogno. Obama dice chiaramente, che se la Russia non si fermerà, arriveranno sanzioni che la colpiranno al cuore, isolandola dal resto del mondo.
Dunque mentre all’inizio, erano solo gli USA a usare toni forti, mentre gli altri leader dell’occidente mantenevano una posizione neutra cercando in tutti i modi un dialogo con Putin, negli ultimi giorni, oggi si assiste ad una maggiore compattezza sul fronte delle decisioni nell’unico intento di evitare una escalation politica militare che non fa gioco a nessuno. E questo lo sanno sia Obama che l’Ue e lo stesso Putin.
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