Mille e settecento miliardi di chili di olio di palma nel 2014: il suo consumo in Italia è improvvisamente aumentato facendo lievitare le importazioni di questo prodotto (+ 19%) dai Paesi dell’area tropicale, in particolare Indonesia e Malesia. Non si tratta certamente di un primato positivo perché va a sostituire in biscotti, merendine e addirittura nel latte per neonati, tutti alimenti per l’infanzia, grassi più pregiati, come l’olio extravergine d’oliva il cui valore nutrizionale per diverso. E’ considerato infatti un ingrediente fondamentale della dieta mediterranea in quanto in grado di curare e prevenire diverse patologie come l’infarto cardiaco, l’arteriosclerosi, l’invecchiamento cellulare nonché alcuni tuipi di tumore.
Perché questa enorme diffusione di questo derivato dalla polpa dei frutti della palma. E’ principalmente il basso costo che ha fatto aumentare i quantitativi importati che si sono decuplicati negli ultimi 15 anni.
Se qualche nutrizionista azzarda che non ci sono problemi di salute specifici legati all’utilizzo dell’olio di palma, dimentica però di specificare anche che la relazione tra alimentazione e salute deve essere considerata tenendo conto della dieta nel suo insieme e non valutando i singoli alimenti. In termini più concreti: superare le quantità raccomandate per i grassi saturi (questo prodotto ne contiene ben il 50%) provenienti da qualsiasi tipo di fonte, non è mai auspicabile.
Alle preoccupazioni per l’impatto sulla salute, si aggiungono peraltro quelle riguardanti l’impatto ambientale perché, come sottolinea la Coldiretti, l’enorme sviluppo del mercato dell’olio di palma sta portando al disboscamento selvaggio di vaste foreste. Non solo, vale la pena considerare anche l’inquinamento provocato dal trasporto di questo prodotto a migliaia di chilometri di distanza dal luogo di produzione.
Per consentire scelte di acquisto consapevoli da parte dei consumatori, è stato introdotto il 13 dicembre 2014 nella legislazione comunitaria, su sollecitazione di Coldiretti l’obbligo di specificare in etichetta la natura dell’olio eventualmente utilizzato nei prodotti alimentari confezionati. Ora, quindi, l’olio di palma (come altri vegetali derivati da cocco, burro di cacao, sego, ecc.) lo si può riconoscere già in etichetta: un buon vantaggio, visto che prima era mascherato sotto la dicitura generica ‘olio vegetale’, proprio come il nostro pregiatissimo olio extravergine di oliva.
Il disciplinare riguardante il settore olivicolo, con l’obbligo ben preciso di specificare in etichetta (Reg. Ue 1135/2913) quale grasso sia stato utilizzato, in vigore dallo scorso dicembre, è una vittoria nei confronti delle grandi lobby che tuttavia continuano a far sentire il proprio peso, come dimostra ad esempio la decisione dell’Ue di ricorrere all’organizzazione mondiale del commercio (WTO) per la costituzione di un comitato di arbitraggio riguardo ad alcuni dazi di importazione della Russia, che ritiene eccessivi per diversi prodotti tra i quali l’olio di palma.
In altre parole – è questa la denuncia di Coldiretti – l’Unione Europea interviene per far aumentare le importazioni di un prodotto di dubbia qualità che peraltro fa concorrenza sleale al burro e all’olio extravergine di oliva europei sostituendoli nei dolci, nelle pizze, nella panetteria, industriale ed artigianale. E’ una scelta paradossale – conclude la Coldiretti – dopo che i produttori agricoli dell’Unione Europea sono strangolati da mesi di embargo russo che hanno provocato,solo all’Italia, più di 50,7 milioni di euro di mancate esportazioni agroalimentari in soli 4 mesi, da agosto a novembre. Oltre al calo generalizzato dei prezzi sui mercati di tutta Europa per i prodotti colpiti dall’embargo e per quelli che, anche indirettamente, possono essere considerati sostituti.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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