Come ogni anno, l’Istat rivede l’elenco dei prodotti che compongono il paniere di riferimento della rilevazione dei prezzi al consumo. Dal nuovo paniere, riveduto e corretto sulla base delle abitudini più recenti degli italiani, escono gli ormai desueti vagoni letto ferroviari e le cuccette dei treni: c’è da rilevare che i viaggi aerei low cost ne hanno praticamente azzerato l’utilizzo. Non saranno più utilizzati per calcolare l’inflazione nemmeno le tariffe per i trasferimenti di proprietà di auto e moto ed escono dalla lista navigatore satellitare, Impianto HiFi, Registratore DVD e Corso di informatica.
A rappresentare le nuove tendenze di consumo delle famiglie, quest’anno troviamo i tatuaggi, le bevande vegetali, il pantalone corto da uomo, i leggings per bambine, le lampadina led, i panni cattura-polvere, i servizi integrati Tv, Internet e voce, gli alloggi universitari. Tra le posizioni rappresentative nel paniere aggiornato si segnalano i prodotti per celiaci – biscotti senza glutine, la pasta senza glutine – la birra analcolica, i mezzi di trasporto in condivisione (car sharing e bike sharing) e le bevande al distributore automatico. Anche il “caffè al ginseng al bar” entra nella nuova lista aggiornata e va ad integrare la posizione riguardante i prezzi della Caffetteria al bar; così come l’“Assistenza fiscale per il calcolo delle imposte sull’abitazione” va ad arricchire la posizione rappresentativa Assistenza fiscale alla persona. C’è poi la rilevazione dei prezzi delle automobili usate che va ad integrare quella dei prezzi delle automobili nuove, mentre il trapano elettrico va ad arricchire la gamma di prodotti nel segmento di consumo «Utensili e attrezzature a motore per la casa e il giardino».
Nel 2016, fa presente l’Istat, il paniere utilizzato per il calcolo degli indici dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale (NIC) e per le famiglie di operai e impiegati (FOI) si compone di 1.476 i prodotti elementari, raggruppati in 901 prodotti e 400 aggregati di prodotto (l’anno precedente erano 1.441 prodotti elementari aggregati in 614 posizioni rappresentative secondo il precedente schema di classificazione).
«Il paniere dei prezzi al consumo – si legge in una nota dell’istituto di statistica – ha ormai raggiunto un livello di completezza e dettaglio tale da rendere contenuto il numero di prodotti che ogni anno entrano ed escono dalla rilevazione dei prezzi. Come di consueto le revisioni apportate al paniere nel 2016 sono di diversa natura e finalizzate a cogliere l’evoluzione dei comportamenti di spesa dei consumatori».
Riguardo il «peso» che i prodotti hanno nel paniere, continua l’Istat, nel 2016, diversamente dagli ultimi anni, aumenta anche se di poco quello dei beni a discapito di quello dei servizi (+0,1723 per i beni e -0,1723 per i servizi): i beni passano quindi dal 53,55 al 53,75% mentre i servizi scendono a 46,28 da 46,45%. Nell’ambito dei beni, scende il peso relativo dei «beni energetici», da 9,35% del 2015 a 8,96%. Il peso dei «beni alimentari» resta sostanzialmente invariato (17,62%) così come quello dei tabacchi (2,19%). L’aumento di mezzo punto percentuale del peso degli «altri beni» (da 24,4 a 24,9%) riflette principalmente l’incremento della componente dei beni durevoli (tra i quali rientrano le automobili) a seguito dell’aumento della spesa destinata al loro acquisto e, in misura minore, di quella dei beni semidurevoli (tra i quali sono inclusi abbigliamento e calzature).
Per il comparto dei servizi, gli incrementi maggiori riguardano i pesi dei «servizi vari» (da 11,12 a 11,46%) e dei «servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona» (da 17,24 a 17,56%). La diminuzione maggiore si registra per i «servizi relativi ai trasporti» (da 7,92 a 7,39%) per via della flessione della spesa sostenuta dalle famiglie nel 2014 e della diminuzione dei prezzi registrata nell’ultimo anno. Il peso della Componente di fondo, ottenuta escludendo gli aggregati più volatili in termini di dinamica dei prezzi (alimentari freschi e prodotti energetici), si incrementa di 0,1648 punti percentuali. Rimane stabile il peso dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (19,97%).
Il Codacons giudica “incomprensibile” la variazione dei pesi che l’Istat attribuisce alle varie voci del paniere per il calcolo dell’inflazione, con l’aumento del peso dei servizi ricettivi e di ristorazione e il calo della divisione trasporti. “Va bene inserire nel paniere i tatuaggi, le lampadine al led e i servizi integrati di telecomunicazione, perché negli ultimi anni tali prodotti sono entrati prepotentemente nella vita degli italiani”, spiega il presidente Carlo Rienzi. “Il vero problema dell’inflazione – aggiunge – tuttavia, è rappresentato dai pesi che l’Istat attribuisce alle singole voci”. Rienzi osserva che “negli ultimi anni le famiglie hanno tagliato fortemente proprio viaggi e cene al ristorante”, mentre la voce trasporti “incide pesantemente sulle uscite mensili dei cittadini”.
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