“È una verità universalmente riconosciuta” che chi possegga un telefono, non importa se fisso o cellullare, abbia avuto almeno una volta a che fare con l’operatore telefonico. L’incubo delle cene a casa e dei tuoi pomeriggi da solo, quando anche alzarti dal divano e allungare la mano per prendere la cornetta sembra una fatica insopportabile. Quella voce che ti chiede quanto paghi di gas, luce, internet, se stai in affitto oppure no, se sei contento della tua casa, del tuo giardino, del tuo aspirapolvere.
Chi infatti non si è mai trovato a cercare di fermare il fiume di parole rovesciato addosso da un operatore telefonico molesto, un venditore al dettaglio martellante, un promoter improbabile quanto l’offerta che ti sta proponendo. La reazione è quasi sempre la stessa, a metà tra il nervoso che ci procurono per il disturbo e la pena per quei poveri mal pagati di stagisti, operatori di call center, venditori e promoter che stanno dall’altro capo del telefono e, come tutti, hanno pure loro delle bollette da pagare.
Ma, sempre più spesso, il confine tra la molestia e la truffa risulta essere labile: e così ti ritrovi, non si sa come, a ricevere telefonate da un numero di un’altra regione, ad una società di cui non conosci il nome o che non si identifica e che, soprattutto, il tuo recapito non dovrebbe proprio averlo.
A lanciare l’allarme è la Polizia di Stato tramite la propria pagina Facebook ‘Una vita da social’: “Già da tempo molti consumatori si rivolgono all’Adoc di Frosinone, segnalando ‘strane’ telefonate da parte di società, che nonostante non si identifichino precisamente, si mostrano interessate a ricevere informazioni relative a fatture di luce e gas – si legge nel post – riscontrando un prezzo troppo elevato e assicurando l’attivazione di una tariffa più vantaggiosa”.
Ebbene, a quanto pare per essere truffati basta dire “sì”: “La società telefona e chiede ‘è lei il Sig…?’ ed è sufficiente un semplice ‘si’. Sì che viene usato per fingere il consenso del cliente ad un contratto mai richiesto”.
Cosa può fare il consumatore prima. Prima di tutto “Il consumatore deve, al fine di tutelarsi, chiedere alla società di identificarsi esplicitamente e chiaramente per avere la certezza di parlare con il proprio gestore e deve astenersi, sempre, dal fornire i codici Pod e Pdr – è l’invito della polizia.
Cosa può fare dopo. “Se invece è stato attivato un contratto di cambio gestore mai richiesto bisogna, quanto prima, disconoscere tale fittizia attivazione”.
Peraltro “il contratto concluso per telefono è da considerarsi semplice proposta contrattuale, alla quale deve necessariamente seguire una conferma per iscritto da parte del consumatore.
Quest’ultimo è vincolato solo dopo aver controfirmato l’offerta”, scrive la polizia nel suo post aggiungendo: “In altri termini, il se non c’è accettazione per iscritto non sorge alcun obbligo per il consumatore di fornire alcuna prestazione corrispettiva”.
P.M.
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