Il quorum sui quattro quesiti referendari – acqua, nucleare e legittimo impedimento – è stato raggiunto. Dal Viminale i dati sul 100% dei comuni italiani attestano l’affluenza al 57 per cento, ben superiore al 50 per cento più uno dei votanti e anche alla soglia del 53,51 per cento che era necessaria per superare l’incognita del voto all’estero. Si è votato fino alle 15 di ieri. Ma già domenica alle 22 aveva votato il 41,1 per cento degli aventi diritto.
Non sono mancate le polemiche. Partite, ad urne ancora aperte, quando le parole di Berlusconi e Maroni hanno interrotto il silenzio elettorale. Il premier ha dichiarato: “Dovremo dire addio a nucleare”. E Maroni, alle 12: “Le proiezioni dicono che il quorum sarà raggiunto”. Le opposizioni hanno naturalmente protestato. E la prima richiesta è subito stata la “dimissione” di Berlusconi e dell’intero Governo. Tutti d’accordo almeno su una certezza: che questo risultato enorme abbia definitivamente affondato questa maggioranza. “Il sì al Referendum – ha subito comunicato il Terzo Polo – è un no grande come una casa”. “Ora – annuncia subito il partito di Futuro e libertà – è necessaria una nuova pagina per l’Italia”. I comitati per il sì, la Federazione della Sinistra, Sel, ed ancora naturalmente il Pd e tutti gli altri movimenti commentano con piena soddisfazione un risultato assolutamente imprevisto “e straordinario”. Lo conferma lo stesso Bersani in una conferenza improvvisata, appena si è avuta la certezza del raggiungimento del quorum. La Lega, ora sempre più stretta dentro la maggioranza, ha subito convocato un vertice a via Bellerio.
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