Campo de’ Fiori assediata nonostante la presenza delle forze dell’ordine in assetto antisommossa, piazza di Spagna, uno dei vanti della Città eterna, ridotta ad un indecoroso bivacco con la Barcaccia del Bernini, fiore all’occhiello di uno degli scorci turistici più visitati al mondo, appena restaurata, danneggiata, insultata e vilipesa da centinaia di lattine di birra, scontri con la polizia e tensione anche lungo via del Corso e Villa Borghese. Bilancio, assolutamente provvisorio: centinaia di migliaia di euro di danni, negozianti atterriti, 28 arresti e 18 poliziotti feriti. Protagonisti, non a sorpresa, gli hooligans del Feyenoord. Davanti a loro una città inerme e impreparata. E sì che la storia del glorioso club olandese è costellata di episodi di ordinaria follia con tanto di estromissione (per un anno) dalle competizioni europee proprio per l’eccessiva “esuberanza” dei propri sostenitori. Più in generale, una delle due tifoserie (l’altra è quella dell’ADO Den Haag) più violente della pur civilissima Olanda e una delle più temute del Vecchio Continente.
Sarebbe stato sufficiente documentarsi un minimo al riguardo e senza dover scomodare intelligence o servizi segreti. Con in più l’aggravante che il sorteggio che avrebbe vista opposta la Roma all’undici di Rotterdam si era svolto in tempi non sospetti. A dicembre. Tutto il tempo per farsi trovare preparati ad una delle sfide europee più a rischio del panorama internazionale. Invece, dopo aver subito l’oltraggio dei serbi di Ivan “il terribile” e il recente scempio della finale di Coppa Italia (tanto per non riavvolgere troppo il nastro delle nefandezze da stadio), l’Italia e la sua Capitale si sono fatte cogliere di nuovo di sorpresa. Un pericolo annunciato, dunque, contromisure inadeguate, un senso diffuso d’insicurezza e d’impotenza davanti ad ogni evento che porti in questa città, già da anni tormentata dai disordini di manifestanti che fanno tappa fissa a Roma, un qualsivoglia assembramento di persone. Una città ridotta a sfogatoio pubblico. E francamente, da cittadini prima ancora che da sportivi, non se ne può più.
Avremmo voluto raccontare della partita, del protrarsi della crisi giallorossa, ma anche dei lampi di luce mostrati in un buon primo tempo, impreziosito dalla prodezza di tacco di Gervinho. Invece, no. La copertina se la sono presa ancora loro: i barbari che hanno fornito una versione aggiornata del sacco di Roma.
Ovviamente e come sempre in questi casi, è già decollato il consueto e penoso balletto delle dichiarazioni di sdegno e dello scaricabarile da parte delle istituzioni con l’Uefa che tuona ma non farà nulla, troppo impegnata a bacchettare gli insulti verbali di stampo etnico, e le nostre Autorità che non sanno far altro che invitare questi “signori” a chiedere scusa. Salvo accompagnarli allo Stadio e poi all’aeroporto con ingente dispiego di mezzi (a proposito, 120 autobus sono fuori uso, chi glielo va a dire a chi il giorno dopo vorrebbe andare a lavorare?) e risorse. Presidente del Consiglio, Ministro degli Interni, Prefetto, Sindaco: tutti a chiedersi di chi sia stata la colpa di quest’ “imprevedibile” pagina nera. Qualcuno che già tenta di rovesciare tutto vigliaccamente sulle spalle delle forze dell’ordine. Ecco, cominciassero a chiederci scusa loro.
Nella stessa Rotterdam certi “fenomeni” non avrebbero scorrazzato liberi.
Questa l’ultima cartolina che consegna al mondo intero un Paese che, mentre si dibatte sull’opportunità di far imbracciare o meno ai propri figli le armi alla volta della Libia, si cala le braghe di fronte a poche centinaia di avvinazzati. In questo contesto, pensare seriamente che Roma possa concorrere per l’assegnazione dei Giochi Olimpici del 2024 è pura utopia.
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