Roma in balia dei rom. Marino alle accuse replica con le gaffe

Non è la Fontana di Trevi, la più grande tra quelle romane, nota in tutto il mondo oltre che per la sua bellezza anche per avere ospitato le grazie della giunonica  Anita Ekberg nella scena chiave de ‘La dolce vita’. Ma è pur sempre una fontana del Bernini, la fontana del Tritone, posta anch’essa nel cuore di Roma, alla mercé quindi degli sguardi ammirati della moltitudine di turisti che animano le vie del cuore della Capitale. Soprattutto in questo periodo, quando il clima ormai mite e il sole splendente favoriscono lunghe passeggiate tra le bellezze architettoniche della città.

Accade però che la seicentesca fontana sita in piazza Barberini si trasformi improvvisamente in acqua park per quattro ragazzini, tutti di origine rom, che ieri hanno trascorso un ameno pomeriggio tra schiamazzi, schizzi e tuffi, con i vestiti appoggiati sul bordo della vasca barocca.

Tutto questo tra l’incredulità dei presenti, molti dei quali turisti stranieri.  La goduria per i quattro è durata fino all’arrivo di una  pattuglia dei carabinieri che li ha caricati di peso e portati in caserma per identificarli. Ca va sans dire, i ragazzini fermati erano senza documenti di riconoscimento. Ai carabinieri hanno dichiarato di avere meno di 14 anni. Un’età che, se fosse confermata, renderebbe inutile una eventuale denuncia.

Tempi duri, dunque, per le fontane e la pazienza dei romani: un mese fa l’assalto degli hoolygans, con relativo danneggiamento, alla Barcaccia di piazza di Spagna. Ora, il capolavoro del Bernini che era stato ristrutturato poco più di un anno fa. Il Tritone e la sua conchiglia erano tornati sulla scena con una nuova illuminazione Led e una completa revisione degli impianti di ricircolo, a cui si è aggiunto un particolare trattamento della acque che fuoriescono dallo zampillo principale.  I ragazzi rom non hanno provocato nessun danno al monumento, ma la facilità con cui si possono aggredire monumenti così belli e delicati lascia interdetti e sicuramente a rimetterci in questi casi è sempre l’immagine della città. E alla mancanza di tutela e maggior sicurezza per tutti il patrimonio, artistico e culturale, il Sindaco, ancora una volta preso in castagna per la sua inefficenza, replica con la solita stantia e inutile dialettica prolaia di chi non ha argomenti da contrapporre ai problemi e alle accuse che gli piovono addosso.,
Accumulando gaffe su gaffe tra approssimazioni, imprecisioni, anche storiche, che ogni volta fanno ricede mezza Italia, insieme all’esaltazione di un ruolo che i romani oramai hanno imparato a conoscere, di assoluta precarietà conseguenza della debolezza e della incapacità amministrativa e gestionale fin qui dimostrata. Un sindaco che farebbe meglio a parlare meno e fare di più, comtiunua a nagivare a vista in una città che Luigi Vicinanza, attento e non certo sospetto di simpatie di destra, editorialista de L’Espresso, ha definito:
“Non c’è capitale nell’Europa occidentale che si presenti così sporca, sciatat, prigioniera dell’incuiria come Roma. E’ triste dirlo – forse anche politicamente scorretto – ma la prima città d’Italia sta subendo un’involuzione spaventosa”.
Altro che colori, richiamati oggi dal sindaco Marino a Milano!. Roma per dirla con le parole di Vincinanza, “va salvata prima che lo Schettino di turno pronunci la sciagurata frase: si salvi chi può”.

 

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