Nel giorno in cui i familiari e gli amici più intimi tributano “nella massima riservatezza”, come richiesto dai genitori, l’ultimo saluto a Luca Sacchi, ucciso due settimane fa con un colpo alla testa in circostanze ancora da chiarire, Roma subisce l’onta di un’altra aggressione che finisce nel sangue: una rapina finita in tragedia con un bandito ucciso dai colpi di pistola esplosi dal complice e il titolare dell’esercizio assaltato ferito. L’episodio è accaduto ieri sera, intorno alle 19, in un bar ricevitoria di Cinecittà, a Roma est. Il rapinatore morto è un italiano di 69 anni, mentre il titolare del bar è un cittadino cinese di 56 anni, da trenta in Italia. Un secondo rapinatore, anche lui italiano, 58 anni, è stato arrestato dalla polizia. Durante una colluttazione tra i banditi e il titolare del bar sarebbero stati esplosi almeno due colpi di pistola: uno ha ferito alla gamba il commerciante, l’altro ha ucciso uno dei due rapinatori. Al momento non è chiaro a chi appartenesse l’arma. La Squadra Mobile prosegue il lavoro per ricostruire nel dettaglio quanto accaduto, anche mediante la visione delle immagini di videosorveglianza dell’esercizio commerciale. A sparare, secondo i primi accertamenti, sarebbe stato Enrico Antonelli, il rapinatore poi arrestato dalla polizia.
Ma andiamo per ordine: i fatti hanno cominciato a prendere corpo intorno alle 19:00 di martedì 5 novembre quando due uomini, entrambi armati di pistola, hanno lasciato uno scooter acceso davanti al civico 168 di viale Antonio Ciamarra. I due banditi entrano nel bar, puntano subito il cassiere, un 56enne nato in Cina ma residente a Roma con la famiglia da decenni. Con i volti mascherati dai caschi e pistole in pugno, lo minacciano per farsi consegnare il denaro ma Zou Chaokan reagisce ed ingaggia una colluttazione con uno dei due banditi. Degli attimi concitati nei quali il secondo rapinatore avrebbe poi esploso due colpi di pistola, presumibilmente solamente contro il commerciante con l’intento di liberare il complice.
In terra in una pozza di sangue rimangono Ennio Proietti e Zao Chaokan, il primo senza vita mentre il secondo, seppur grave, è ancora cosciente. Arrivano le ambulanze, il 56enne viene trasportato prima al Policlinico Casilinocon ancora l’ogiva del proiettile nella gamba e poi trasferito all’Umberto I.
Nelle ultime ore Roma sta vivendo una serie di eventi che purtroppo confermano l’emergenza legata alla sicurezza in città. Un nuovo rogo nella notte ha distrutto la caffetteria/libreria “La Pecora Elettrica”, luogo dichiaratamente antifascista. Il locale, già distrutto dalle fiamme la notte del 25 aprile, avrebbe dovuto riaprire domani. Il ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini, nell’invitare su twitter a recarsi “A Centocelle a incontrare i ragazzi della ‘Pecora elettrica’”, ha definito il rogo “una violenza criminale contro la libertà d’impresa e la cultura”. E Nicola Fratoianni di Sinistra italiana-Liberi e uguali, ha rincarato la dose parlando di “ennesimo segnale inquietante in un Paese in cui continua a circolare un veleno potenzialmente letale per la cultura, per le istituzioni, per la democrazia, per tutto noi”. Potrebbe invece esserci un collegamento tra l’incendio alla libreria antifascista e quello divampato quasi un mese fa nel locale di fronte. E’ una delle ipotesi al vaglio degli investigatori. Tra le piste quella che i due locali, gli unici aperti la sera, possano avere disturbato un giro di spaccio nel parco adiacente.
Guai però, alla luce degli episodi più recenti, a paragonare Roma a ‘Gotham City’, la cupa metropoli americana covo di super criminali nemici di Batman (nella realtà Gotham, o ‘città delle capre’, è un paesino nella contea di Nottingham nella campagna inglese, dove nel XIII secolo gli abitanti eccezionalmente scaltri, si finsero matti solo per ingannare Re Giovanni d’Inghilterra che voleva costruire un casino di caccia proprio vicino al villaggio), ha detto il capo della Polizia Franco Gabrielli in occasione dell’assassinio ancora senza soluzione di Luca Sacchi, il personal trainer le cui esequie si sono svolte questo pomeriggio. Ma i dati del Viminale dicono che la ‘città eterna’ è in cima a tutte le altre per reati legati alla produzione, traffico e spaccio di stupefacenti. E non manca neanche quella che viene definita delinquenza minore – furti reati e rapine -. Questo ci fa comprendere come sia sempre più urgente implementare il controllo del territorio per far sì che i cittadini non si sentano abbandonati dallo Stato. Servono più uomini delle Forze dell’Ordine per rendere capillare la loro presenza anche nei quartieri più periferici.
Purtroppo però dobbiamo fare i conti con l’inerzia (e incapacità) di un’Amministrazione di cui i romani farebbero volentieri a meno. Lo hanno dimostrato dimezzando le preferenze per i Cinque Stelle (18%), che solo tre anni fa ottennero a Roma il 36%, e dicendo un chiaro ‘no’ ad una eventuale ricandidatura di Virginia Raggi che vedrebbe favorevole solo un elettore su dieci.
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