Che non si potesse andare avanti ancora a colpi di ‘no’ e litigi ormai quotidiani, questo era chiaro a tutti. Lega e Cinque Stelle, due anime diverse che avevano dovuto trovare, per necessità più che per condivisione, qualche punto di accordo nel programma presentato agli italiani all’indomani del voto politico di neanche un anno e mezzo fa, sono alla rottura.
Il confronto tra i due partiti, che soprattutto negli ultimi mesi, hanno visto capovolte le percentuali di preferenza assegnate dagli elettori in quella che sembra ormai una data molto lontana -4 marzo 2018: M5S fu il vincitore indiscusso con il 32,6 sceso oggi a meno del 18%. mentre la Lega dal 17% è passata ora al 35% – si è inasprito a tal punto da scegliere il leader del Carroccio, nonché ministro dell’Interno ancorché vice presidente del Consiglio, di staccare la spina a un esecutivo affannato. Lo ha fatto ieri sera da Pescara, in un comizio annunciato dalla Lega stessa come il momento delle grandi rivelazioni. E tale è stato: Matteo è certo che “la maggioranza non c’è più ” e che è questo il momento di “restituire la parola agli elettori”.
“Tempo scaduto – dice al termine di quello che si prospetta come il primo comizio della sua campagna elettorale – abbiamo chiesto fino all’ultimo di fare le cose, ci presenteremo d’estate agli italiani a dire: questa è la nostra idea di Italia”. “Si va al voto”, aggiunge, ma intanto “lasciamo lavorare il Presidente Mattarella, con grande rispetto”.
Per il presidente del Consiglio Giuseppe a Conte l’8 agosto rimarrà un giorno indimenticabile. Non solo perché gli è andato di traverso il festeggiamento del suo compleanno, con la concitazione di una sequenza di incontri con i suoi due vice, Salvini e Di Maio, l’ascesa al Colle er un confronto col Presidente Mattarella e la chiusura con una breve conferenza stampa da Palazzo Chigi per annunciare che si presenterà alle Camere per dare quelle “ampie spiegazioni” necessarie a chiarire il momento.
Giuseppe Conte rivendica con toni decisi l’operato del suo governo che, sottolinea, “non era in spiaggia”. “Mi riservo – spiega – di contattare i presidenti di Senato e Camera affinché adottino le iniziative di competenza per permettere alle Camere di tornare a riunirsi”. Per Conte, “questo governo ha sempre parlato poco e lavorato molto. Questo governo non era in spiaggia, era ogni giorno nelle sedi istituzionali a lavorare dalla mattina alla sera nel rispetto degli italiani. Questo governo, da me coordinato, si è adoperato incessantemente per realizzare innumerevoli progetti di riforma a beneficio di tutti gli italiani”.
Per Luigi Di Maio la manovra di Salvini che “ha fatto cadere il governo che aveva fermato gli sbarchi, che con i miei decreti aveva portato l’occupazione al massimo storico in Italia, che ha fatto il reddito di cittadinanza, che aveva fatto Quota 100, che aveva fatto la legge anti corruzione… ” è dettata più dai sondaggi, positivi per la Lega nonostante gli attacchi frontali della Magistratura (vedi il Russiagate) al leader del Carroccio, che dall’ interesse per il Paese.
Per nulla sorpresa invece Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia), che ha sempre sostenuto l’impossibilità di un governo “insieme al M5S di Di Maio, Fico e Toninelli”. “Ora si torni al voto per dare agli italiani il governo sovranista che alle ultime elezioni europee hanno dimostrato di volere. Un Governo che abbia come priorità la difesa dei confini e dell’economia italiani, la riduzione delle tasse e il sostegno a chi crea posti di lavoro”.
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