Tempi biblici per le prestazioni diagnostiche della sanità pubblica nel Lazio. Le richieste maggiori del cittadino sono per risonanze magnetiche, tac, ecografie. E sono proprio qui le attese più lunghe. Per un ecodoppler agli arti superiori e inferiori, può capitare di aspettare, in alcuni distretti anche della capitale, più di un anno. Per un esame fondamentale come quello del fondo oculare si arriva a 240 giorni al presidio di Ladispoli.
Tempi biblici per le prestazioni diagnostiche della sanità pubblica nel Lazio. Le richieste maggiori del cittadino sono per risonanze magnetiche, tac, ecografie. E sono proprio qui le attese più lunghe. Per un ecodoppler agli arti superiori e inferiori, può capitare di aspettare, in alcuni distretti anche della capitale, più di un anno. Per un esame fondamentale come quello del fondo oculare si arriva a 240 giorni al presidio di Ladispoli.
Ma adesso nel Lazio, con Nicola Zingaretti, c’è l’attesa perfino…. delle liste d’attesa. Puff! Sono ferme da oltre 5 mesi. Alla faccia della trasparenza. Basta verificare. È sufficiente andare sul web all’indirizzo http://www.
I preziosi numeri del Re.Cup, il centro unico di prenotazione regionale, che indicano quanto si deve aspettare per le principali visite e prestazioni diagnostiche, sono fermi a maggio 2013. In pratica con l’avvento di Zinga alla guida della Regione Lazio è in lista d’attesa perfino un servizio prioritario di trasparenza come questo.
Le cose vanno meglio o peggio? E chi lo sa. Uno prima poteva organizzare una conferenza stampa, mettere sotto accusa il Governatore o l’assessore alla sanità per i ritardi biblici del servizio regionale. Ora niente più numeri, niente più liste d’attesa. La polvere è finita sotto il tappeto. Ovviamente il Re.Cup non c’entra niente. Il proverbio lo dice chiaramente: l’asino va dove vuole il padrone.
Non ci resta che gettare un ultimo sguardo ai dati di maggio 2013. E sono numeri da brivido. Per la mammografia bilaterale, uno degli esami più richiesti in assoluto (ben 12.147 prenotazioni nel mese di maggio), l’attesa è di 123 giorni a via Garigliano, 142 a largo Rovani, 189 (oltre 6 mesi) al poliambulatorio di Acilia, distretto natale – guarda un po’! – del ministro alla salute Beatrice Lorenzin.
Ma ancora niente rispetto ai 307 giorni di via della Lucchina, Ottavia, (Asl RmE), ai 293 di via Fabi a Frosinone, ai 300 del presidio ospedaliero di Formia (Latina). In altre parole, 10 mesi.
In questi ultimi distretti, insomma, si aspetta da maggio fino a febbraio 2014, di fare prima non se ne parla neppure. Non basta un calendario, ce ne vogliono due: uno del 2013, uno del 2014. Altro che la pazienza di Giobbe! Molte, è presumibile, rinunciano. Eppure lo screening annuale dimezza la necessità di un intervento chirurgico per il cancro al seno nelle donne sopra i 40 anni. Lo affermano centri autorevoli internazionali come Radiological Society of North America e London Breast Institute.