Sex addiction. Dagli Usa l’outing delle star di Hollywood. Ma anche da noi esplode la “dipendenza da sesso”. Una vera ossessione, una schiavitù. E a Roma c’è il centro di via Livorno a cui chiedere aiuto.
In America la chiamano “Sex addiction”, letteralmente dipendenza dal sesso. Dalle 20 alle 30 volte a settimana. Almeno 3-4 rapporti al dì, ad ogni ora del giorno e della notte. Al lavoro, nel bagno della palestra, in discoteca, in ascensore, al cinema. Perfino fra un’udienza e l’altra in tribunale. “Basta, non ce la faccio più!” il grido d’aiuto di qualcuno.
Non è un piacere, la sex addiction, ma un’ossessione. Una schiavitù. C’è chi si indebita fino al collo per le prostitute. C’è la moglie che scopre disperata di essere cornuta, sì, ma non con una, bensì con altre 15 donne. Altro che Giacomo Casanova!
È la “Sex addiction”. La denominazione, dicono gli esperti, scatta quando si oltrepassano stabilmente i 100 rapporti al mese. Una vera e propria patologia. A scatenarla narcisismo, livelli ormonali alle stelle, un mondo di perenni fantasie erotiche, ma anche insoddisfazione cronica nei rapporti affettivi con l’altro sesso.
Una vita da marines perennemente in agguato. Secche, giunoniche, selvagge o sognatrici, cozze, gnocche, studentesse di liceo, zitelle stagionate. Per i forzati della sex addiction vanno bene tutte. L’amore, dice il proverbio, non guarda dove si mette. C’è chi ha la rubrica zeppa di indirizzi e numeri di telefono. Chi in una sola settimana spende mezzo stipendio per le escort. Infaticabile, anche con la lingua penzoloni.
Alla fine qualcuno dice basta. Cerca di guarire. Negli States hanno fatto outing personaggi famosi di Hollywood: Michael Douglas, Sharon Stone, Kate Moss, Burt Reynolds. E David Duchovny, interprete della serie tv X-Files.
In Italia il centro per gli ultras del sesso ridotti allo stremo si trova a Roma, esattamente in via Livorno. Si chiama Cedis, Centro di ricerca e trattamento della dipendenza sessuale. Il primo e unico del genere in Italia. Il Cedis, diretto dallo psichiatra Tonino Cantelmi, è aperto tre volte a settimana. Si parla, si fa terapia di gruppo. Spesso viene fuori un rapporto conflittuale con i genitori nell’infanzia. Se serve, si ricorre ai farmaci.
L’obiettivo del centro è aiutare i pazienti affetti da sex addiction a recuperare il controllo. Fisico e soprattutto mentale. Che poi, ammettiamolo, a Roma è tutt’altro che facile. Vai in edicola e trovi riviste con donne semi-nude in copertina. La pubblicità ti sbatte sotto gli occhi femmine dalle forme procaci ad ogni angolo: cartelloni, autobus, cinema, locandine. Cadrebbe in tentazione anche fra’ Savonarola.
L’identikit del sesso-dipendente? Prevalentemente di sesso maschile (82%), etero-sessuale (64%). Ma non manca una significativa percentuale di gay (18%) e bisex (11%). Sposato nel 40% dei casi, separato nel 22%, divorziato nel 5%, single nel 33%. Età media fra i 30 e i 40 anni. Quasi tutti hanno alle spalle storie di ordinaria follia.
Un famoso manager, raccontano al Cedis, per anni ai vertici di un’azienda capitolina, interrompeva i consigli d’amministrazione per appartarsi di nascosto con qualche prostituta. Un tale pretendeva dalla moglie, una brasiliana, giovane, più alta di lui, formosa, rapporti continui, perfino a cena nella toilette del ristorante. Alla fine lei si è stufata, l’ha piantato ed è tornata in Brasile. Un tale, a forza di pagare le escort, è stato costretto a vendere la casa per i debiti.
“C’è addirittura chi ruba di nascosto dalla cassa, chi truffa i clienti, pur di avere i soldi e continuare” dicono al centro di via Livorno.
E le donne? Sono casi più rari, ma ci sono. Una vedova di 40 anni, diventata anorgasmica dopo una lunga serie di delusioni amorose, aveva un bisogno ossessivo di sesso orale, raccontano al Cedis.
A volte, accanto alla Sex addiction trovano spazio altre forme di dipendenza: negli uomini alcol, gioco d’azzardo, cocaina. Nelle donne bulimia, shopping compulsivo, cleptomania. Con pesanti conseguenze sulla salute: insonnia, crisi di ansia.
Ci può essere una predisposizione genetica. Ma contano anche le condizioni di vita. Occorre un sacco di denaro, tempo libero, vita sociale brillante. Ce lo vedete un muratore fare ogni notte le ore piccole in discoteca o appartarsi 2-3 volte al giorno dietro il cantiere? E poi con chi? Con un manovale?
Marcello Viaggio - Giornalista, ha esordito nel 1995 sulla rivista Italia Settimanale, con Marcello Veneziani. Dal 1998 al 2010 ha scritto sul quotidiano Il Giornale, con Andrea Pucci, oggi Vice-direttore del Tg5, e Claudio Pompei. Dal 2010 al 2011 ha scritto su Libero, in stretta collaborazione con il vicedirettore Franco Bechis. E’ stato opinionista fisso alla Tv della Libertà dell’on. Maria Vittoria Brambilla. Nell’agosto 2012 ha aperto sul web il portale NoiRoma2013.
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