Migliaia di opere d’arte scampate al terremoto del centro-Italia tornano a vivere grazie a Codacons e a un progetto approvato dal ministero dei Beni culturali e delle Attività culturali e del Turismo, che è stato presentato alla stampa questa mattina a Roma.
Sono oltre 30.000 i beni mobili recuperati dopo il recente terremoto del 2016 e di interesse storico, artistico, archeologico, archivistico; alcuni di questi risultano gravemente danneggiati e necessitano di ingenti fondi per il restauro. Grazie a questo innovativo progetto le opere d’arte di Marche, Abruzzo, Lazio e Umbria salvate dal sisma rivedono la luce in un mega museo virtuale in 3D che utilizza i più evoluti sistemi tecnologici presenti sul mercato, con l’ausilio di fotocamere ad altissima risoluzione e sistemi di elaborazione digitale di ultima generazione, stampanti digitali ad alta risoluzione e monitor 3D autostereoscopici. Le fotografie delle opere danneggiate verranno raffrontate con altre, raffiguranti le stesse opere, scattate prima del sisma.
La mostra prenderà presto il via a Roma, nello Stadio di Domiziano e viaggerà per l’Italia con l’obiettivo finale di raccogliere donazioni per il loro restauro. Con la mostra si intende quindi promuovere una massiccia campagna di raccolta fondi che, sfruttando lo strumento dell’Art bonus, faccia confluire le donazioni, anche di pochi euro, direttamente su un conto bancario indicato dal dicastero del Collegio Romano, il quale destinerà poi le somme ricevute per il restauro delle opere. Tra queste si trova un crocifisso dell’inizio del Cinquecento di notevole valore artistico, recuperato nella chiesa di Santa Maria del Popolo a Preta, piccola frazione di Amatrice.
Poco più di un anno fa il terremoto colpiva le regioni del centro Italia Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria provocando una ferita insanabile nel nostro Paese. Alla perdita inconsolabile di vite umane si sono aggiunti, a più riprese, i colpi inferti al patrimonio culturale. Con una ulteriore perdita, dal valore inestimabile per la cultura non solo italiana. Ma che, grazie ad un lavoro incessante, da quel 24 agosto 2016, ha potuto mettere in sicurezza 952 beni immobili, recuperare quasi 17mila beni storico-artistici e archeologici, oltre 9.500 libri e più di 4.500 metri lineari di archivi, preziosi custodi della nostra memoria storica.
Una mostra ultra-tecnologica e itinerante che valorizza il patrimonio culturale ferito dal sisma e premia l’identità culturale delle popolazioni del centro-Italia, portando in tutto il mondo le preziose opere d’arte delle aree terremotate.La prima opera salvata grazie alla moderna tecnologia e che è stata presentata nel corso della conferenza stampa, oggi, è un Crocifisso del XVI secolo, proveniente dalla chiesa di Santa Maria del popolo a Preta e già custodito nel danneggiato Museo civico ‘Cola Filotesio’ di Amatrice.
Alla conferenza stampa erano presenti il vescovo di Rieti, Domenico Pompili, il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, il sindaco Di Norcia, Nicola Alemanno, e il sindaco Di Ascoli Piceno, Guido Castelli; in rappresentanza dell’Anci è intervenuto il sindaco di Senigallia, Maurizio Mangialardi. Presenti inoltre i rappresentanti del ministero dei Beni culturali impegnati nel recupero del patrimonio artistico colpito dal sisma, i rappresentanti delle Regioni e le aziende interessate ad aiutare le popolazioni terremotate.
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