Mancano poche ore alla conclusione del settennato di Giorgio Napolitano. Con l’apertura, domattina alle 10, della prima seduta parlamentare per l’elezione del nuovo Capo dello Stato, si conclude il mandato di colui che fin dal primo giorno ha voluto definirsi il “Presidente di tutti”.
La Costituzione sancisce che può essere eletto al Colle qualsiasi cittadino o cittadina italiano che abbia compiuto cinquanta anni di età e che goda dei diritti civili e politici. Chi ha seguito, anche solo orecchiato, i fatti politici che si sono susseguiti nelle ultime settimane è ben consapevole che si è ancora nella fase del totonomine e che se per i bookmaker è testa a testa tra Giuliano Amato e Milena Gabanelli (il nome proposto dal M5S, avrebbe avuto anche l’appoggio di Bersani ma alle 16.40 di questo pomeriggio la stessa sciogliendo la riserva ha confermato il suo ruolo di giornalista) e nella rosa dei nomi compaiono anche l’ ex presidente del Senato Franco Marini, il costituzionalista Stefano Rodotà e da Massimo D’ Alema, mentre sembra più difficile l’ elezione di Romano Prodi o di Emma Bonino o del fondatore di Emergency Gino Strada, a Montecitorio è ancora, come scrive qualcuno, “la qualunque”. La tensione si avverte nell’ aria, mentre si rincorrono i nomi dei possibili candidati, che nel giro di qualche minuto salgono e scendono dal podio. A sinistra aspettano di vedere se Bersani riuscirà ad imporre un nome ai suoi, tutti. Nel frattempo pare si siano incontrati i due leader di Pd e Pdl, Bersani e Berlusconi: avrebbero avuto contatti per fare il punto della situazione ed in seguito il Cavaliere ha riunito i big del partito. Ma Grillo non ci sta e attacca Bersani ritenuto il ‘responsabile del suicidio della Repubblica’: “Gargamella ha già deciso. Ha fatto le Berlusconarie – dice il leader M5S – L’inciucio tra Pdmenoelle e Pdl è in atto”. Scelta civica invece frena su Prodi che “non ha una maggioranza ampia”.
Fervono i preparativi per la prima giornata di scrutini (se ne prevedono due e in media per ogni votazione sono necessarie quattro o cinque ore): nell’ emiciclo, davanti allo scranno del presidente dell’ Assemblea, sono state montate quattro cabine elettorali, mentre nel cortile interno si sta ultimando l’ allestimento dei quattro grandi gazebo che ospiteranno le postazioni televisive. La buvette di appresta ad affrontare un periodo di superlavoro: si calcola che nei giorni delle votazioni le due macchine per l’ espresso (la seconda è stata installata pochi giorni fa) sforneranno una media di 2 mila 500 caffè al giorno. E se ieri, giornata di seduta alla Camera, sono stati serviti 100 tra cornetti e paste, 40 tramezzini, 150 panini e 200 spremute, si può facilmente immaginare come da domani e fino alla conclusione delle votazioni, queste cifre siano destinate a raddoppiare se non a triplicare.
A questo punto c’è solo da attendere con pazienza e speranza che un nome condiviso dai 2/3 del Parlamento, ovvero 672 dei 1007 elettori (i 630 eletti alla Camera, i 319 eletti al Senato più i 58 rappresentanti delle regioni: tre per ognuna, ad eccezione di Val d’Aosta con uno solo) venga fuori se possibile già dalla votazione di domattina. In caso le prime tre fumate siano nere, per i successivi scrutini sarà sufficiente la maggioranza assoluta a decidere chi dovrà rappresentare il Paese ed essere il garante dell’unità nazionale, come stabilito dalla Costituzione italiana del 1948 (artt. 87 e seguenti).
A.F.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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