Approvata ‘manovrina’ da 1,6 miliardi

Il Consiglio dei ministri ha approvato la così detta “manovrina” da 1,6 miliardi. La somma verrà assicurata dalla vendita di immobili dello Stato, dalla quale si ricaveranno 500 milioni di euro. Altri 1,1 miliardi si otterranno dai tagli di spesa dei ministeri.
Il Consiglio dei ministri ha approvato la così detta “manovrina” da 1,6 miliardi. La somma verrà assicurata dalla vendita di immobili dello Stato, dalla quale si ricaveranno 500 milioni di euro. Altri 1,1 miliardi si otterranno dai tagli di spesa dei ministeri. A spiegare, nel dettaglio, la manovra è stato il ministro Fabrizio Saccomanni, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi. “Il dl approvato ha per scopo di riportare il disavanzo previsto per il 2013 entro la soglia del 3%”. Saccomanni ha poi spiegato nel dettaglio le due modalità di copertura: da una parte “la vendita di immobili di proprieta’ del Demanio per 500 milioni”, dall’altra “la riduzione delle spese di ministeri e di Enti locali per 1,1 miliardi di euro”.  Smentito quindi il possibile aumento delle accise sulla benzina.
In procinto di partire per Washington per prendere parte all’assemblea del Fondo Monetario Internazionale, Saccomanni si è detto soddisfatto di poter annunciare la fiducia ricevuta dal Governo Letta, dimostratosi in grado di gestire le sfide di politica economica e di aver preso misure idonee per riportare il saldo dell’indebitamento netto nella soglia del 3%, punto questo considerato dal ministro qualificante.
Ma le polemiche non sono tardate ad arrivare. Il primo a dubitare del utilità di questa manovra è stato Renato Brunetta , capogruppo del Pdl alla Camera, che parla di parla di una vera e propria ossessione del Ministero del Tesoro e del ministro Saccomanni nei confronti dell’ Europa. “I mercati, gli investitori – attacca l’ ex ministro – guardano se il Paese cresce o no, se il Paese attrae investimenti o no, se il Paese è su un sentiero virtuoso di occupazione, investimenti, produttività, esportazioni e così via, o no”. E continua “Se uno deve comprare i nostri titoli, venire in Italia a fare investimenti infrastrutturali o produttivi, vuole vedere un Paese forte, un Paese che guarda al futuro, non un Paese che rinuncia ad esempio alle Olimpiadi perché non riesce a trovare 2-3 miliardi tra 5 anni, 7 anni, come è avvenuto con il governo Monti”.

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