La riforma dell’immigrazione Usa è sbarcata al Senato: con un voto bipartisan il progetto di legge è stato approvato dalla commissione Giustizia. La legge spiana la strada verso la regolarizzazione di 11,5 milioni di clandestini residenti negli Stati Uniti, in maggioranza messicani, a condizione di pagare una multa, di non pesare sui servizi sociali e di non essere responsabili di reati gravi.
Al termine di 13 anni potranno chiedere la naturalizzazione. Tre dei 10 senatori repubblicani presenti in commissione Giustizia si sono uniti ai democratici nell’approvare il testo, versione emendata del progetto presentato ad aprile da un gruppo di otto senatori delle due fazioni politiche.
La futura legge, se approvata, prevede anche investimenti per rafforzare i controlli alle frontiere e nuovi programmi di visti per lavoratori scarsamente specializzati. Per raggiungere l’intesa è stato però necessario escludere i partner omosessuali dai benefici di legge, (perché avrebbe aperto la strada verso la cittadinanza anche ai partner stranieri di cittadini omosessuali statunitensi). La misura fortemente sponsorizzata dai settori del partito democratico e dai gruppi gay, avrebbe infatti incontrato la decisa opposizione dei repubblicani. Marco Rubio, il repubblicano della Florida che ha partecipato attivamente alla stesura del testo sull’immigrazione, aveva per esempio annunciato voto contrario sulla legge per l’immigrazione, nel caso l’emendamento sui gay venisse inserito. Dunque, a voti di scambio e per non vanificare l’intera riforma, il “chairman” democratico Patrick Leahy ha lasciato cadere, a malincuore , il provvedimento pro-gay.
“Nessuno all’interno della commissione ha ottenuto tutto quello che voleva, neanche io. Ma alla fine quello che dobbiamo agli americani è il miglior risultato possibile”, ha affermato Obama, sottolineando che il progetto di legge è in grado di riparare l’ormai arcaico sistema dell’immigrazione. Il Senato potrebbe avviare la discussione già all’inizio del prossimo mese.
F.B.