Dopo la sospensione di ieri dovuta ai disordini della manifestazione No Tav sono ripresi questa mattina i lavori nel cantiere della Maddalena di Chiomonte dove verrà scavato il tunnel geognostico per la nuova linea ferroviaria Torino-Lione.
La situazione ora è tranquilla e sono pochi i No Tav ai presìdi del movimento, alla baita vicina al viadotto dell’autostrada A32 Torino-Bardonecchia e nei pressi della centrale idroelettrica di Ramats. Negli scontri di ieri 188 uomini delle forze dell’ordine sono rimasti feriti, mentre nelle file dei No Tav ci sono stati, secondo fonti interne al movimento, 223 tra feriti, contusi o intossicati dai gas lacrimogeni. Nella giornata di protesta nazionale contro la Tav si sono susseguiti per ore scontri violenti attorno al cantiere, dove nelle prossime settimane si comincera’ a scavare il tunnel esplorativo. I black bloc sono entrati in azione, come si temeva alla vigilia, per tentare di entrare nel cantiere della Maddalena di Chiomonte. Quattro manifestanti sono stati arrestati e un altro denunciato a piede libero. Ma c’e’stata anche una parte pacifica della manifestazione, sottolineavano in serata – a scontri ormai finiti – sindaci e molti No Tav della Valle di Susa. Le dichiarazioni di Alberto Perino, storico leader del movimento No Tav, non smorzano pero’ la tensione: ”Le violenze le ha commesse chi ha sparato i lacrimogeni ad altezza d’uomo”. Contro le forze dell’ordine schierate a difesa dell’area recintata nei giorni scorsi, dopo lo sgombero avvenuto lunedi’, sono state lanciate grosse pietre, bastoni, petardi e altri pericolosi oggetti, come i martelletti usati sui mezzi pubblici per rompere i vetri in caso di pericolo. Alla fine si contano 188 feriti tra carabinieri (37), poliziotti (130 del reparto mobile, un dirigente, cinque funzionari) e finanzieri (15), alcuni in modo abbastanza grave. Tra i No Tav il conteggio dei feriti e’ invece difficile se non impossbile: uno e’ stato portato al Cto di Torino, sei hanno avuto bisogno del trasporto in ambulanza, un’altra quindicina e’ stata medicata direttamente alla baita del presidio No Tav. Uno studente veneziano di 19 anni e’ ricoverato all’ospedale di Susa con un ”politrauma toracico e addominale”: sarebbe stato colpito da un candelotto lacrimogeno da distanza ravvicinata. Per la Questura i manifestanti in totale sono stati 6mila, per i No Tav dieci volte tanto; ”Siamo oltre 50 mila” avevano annunciato. I lavori al cantiere sono stati fermati, ma riprenderanno domani; chiusa anche l’autostrada A32 Torino-Bardonecchia, mentre sulle statali si sono formate lunghissime code. Riaperte l’A32 e la statale 24. Tra i manifestanti molti erano quelli arrivati da fuori, da molte regioni italiane e anche dall’estero (parlavano inglese), da Francia, Germania, Spagna. Tra di loro si annidavano i professionisti dello scontro violento. E sono quelli che hanno trasformato i boschi subito sopra il piazzale della Maddalena in un campo di battaglia. Lo scontro e’ stato talmente violento che lo si è avvertito anche a chilometri di distanza, sentendo le esplosioni della bombe carta lanciate dai manifestanti piu’ violenti e le scie dei lacrimogeni sparati dalle forze dell’ordine per allontanare gli aggressori tra i boschi di Ramats. Nel pomeriggio un nuovo fronte di tensione si e’ creato piu’ a valle, nella zona della centrale idroelettrica, dove lunedi’ scorso la ruspa scortata dalle forze dell’ordine si era aperta la strada per spazzare via le barricate erette in oltre un mese di occupazione della ‘Libera Repubblica della Madalena”. ”Abbiamo vinto – ha detto a fine giornata Perino – perche’ volevamo assediare il cantiere e ci siamo riusciti”. La calma e’ tornata solo ieri in serata, poco prima del calare del sole, quando sul ponte della Valle Clarea una delegazione di No Tav, a braccia alzate, ha incontrato dirigenti e funzionari di polizia. Ma la protesta No Tav non finisce, continuera’ nel campo affittato lungo il fiume, ora trasformato in un campeggio. Si spera che le violenze siano finite, anche se l’avversione all’opera continua a essere molto forte e nessuno davvero sa cosa succedera’.vb”Oggi sono additato dai media di Stato -ha detto Grillo partecipando alla manifestazione – come fomentatore di violenti. Questo non è assolutamente vero. Ieri ho chiamato eroi i valsusini che manifestavano pacificamente, come fanno da anni, per il loro territorio. Sono il primo a condannare e a voler sapere chi sono i black bloc annunciati dai media da giorni. Li trovino, li arrestino”.Il comico genovese sottolinea che “ieri in Val di Susa c’era la nebbia. Non era solo quella dei fumogeni. Era la nebbia della disinformazione”. “La nebbia dei media – puntualizza – è calata sulle ragioni della protesta. Sempre ignorate. Non ha speso una parola sui motivi per i quali un’intera valle è contraria alla Tav. Non ha spiegato le ragioni dei valsusini. La Tav, l’ho scritto decine di volte in 7 anni, non serve. Non è un treno ad alta velocità, ma un treno merci che dovrebbe trasportare in un lontano futuro carichi inesistenti e in diminuzione da un decennio sull’attuale tratta ferroviaria della Val di Susa. Esiste già, infatti, una linea merci che collega Torino a Modane completamente sottoutilizzata. Un tunnel di 57 chilometri. L’opera sarà finita tra venti anni, un periodo infinito, in cui si prevede un’ulteriore diminuzione dei trasporti europei”. “A che serve la Tav? Ma soprattutto a chi serve? Chi ci guadagna?”, domanda Grillo. “Il costo previsto è di 22 miliardi a carico della collettività. La Ue ci darà solo 672 milioni (soldi nostri comunque, dato che diamo ogni anno circa 13 miliardi alla UE e ne riceviamo 9). Perché nessuno confuta questi dati? Tremonti ha appena annunciato una manovra di 47 miliardi di tagli e di tasse per evitare il default, ma la ennesima Grande Opera s’ha da fare, come sempre a spese degli italiani”. “Vedo in questo accanimento dei partiti per la Tav, che per primi sanno essere inutile, la disperazione di chi ha fallito, ma non può tornare indietro. Se non ci fossero stati Fukushima e il referendum quante decine di migliaia di uomini avrebbero dovuto mobilitare per costruire le centrali nucleari che nessun italiano voleva, ma la politica assolutamente si? Questa è l’Italia della nebbia dei media che copre ogni cosa. Ich bin valsusiner!’, conclude Beppe Grillo. Sui gravissimi fatti di ieri è intervenuto anche Napolitano che ha condannato con decisione quella che definisce “violenza eversiva” in Val di Susa e chiede a tutte le istituzioni e le componenti politiche democratiche a fare altrettanto. Le parole del presidente della Repubblica chiudono anche la giornata di un animatissimo dibattito politico che è sfociato in un nuovo ‘strappo’ a sinistra sulle parole del leader del movimento 5 stelle Beppe Grillo, che aveva difeso indistintamente tutti i manifestanti, compresi i più violenti, parlando di “rivoluzione straordinaria”, fatta da “eroi”. Dichiarazioni che facevano da contraltare alle prese di posizione, quasi bipartisan, dal Pd al Pdl, che definivano gli atti violenti anti -tav come azioni “para-terrorische” condotte da un “manipolo di esaltati e di squadristi”. Si sono smarcati dai “violenti”, senza rinnegare la contrarietà alla Tav, anche Sel e Verdi, che hanno preso parte alle manifestazioni. Ma la sinistra si spacca comunque, con il Pd che condanna con forza gli scontri, e con Pdl, Lega e Terzo polo si schiera dalla parte delle forze dell’ordine, Mentre il leader di Prc, Paolo Ferrero, difende i grillini dando piena solidarietà al loro leader. Intanto, il governo conferma l’intenzione di andare avanti. Di fronte alle scene degli scontri decidono dunque di dissociarsi, almeno in parte, Verdi e Sel. “Condanniamo senza esitazione e con forza gli episodi di violenza, ma vogliamo un’operazione verità su un’opera che costerà un’enormità. Alla manifestazione di sicuro non c’erano né corrotti, né mafiosi, né piduisti, ma tante famiglie, bambini, suore, agricoltori”, sottolinea il presidente dei Verdi Angelo Bonelli, che era tra loro. “Nessuno cerchi di strumentalizzare questo movimento popolare. Perciò condanniamo chiunque si sia reso protagonista di atti violenti”, interviene in serata Sel, con Monica Cerutti e Michele Curto, che hanno guidato la delegazione del partito di Vendola in Val di Susa. “Non sarà un ristretto gruppo di violenti e delinquenti a far cambiare idea al governo che intende realizzare la Tav nel rispetto degli accordi e degli impegni internazionali. La Torino-Lione è un’opera che genera sviluppo, crescita e occupazione e pertanto è prioritaria”, è la risposta ferma del governo, con il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, mentre dure dichiarazioni di condanna degli scontri si levano da Pdl e Lega. Nella condanna unanime dei violenti diversi gli interventi di esponenti di Terzo polo, Pd e Idv: “In Val di Susa gli eroi sono i poliziotti e gli operai, non i manifestanti né tantomeno i delinquenti che tirano le pietre”, afferma Pier Ferdinando Casini (Udc) in risposta a Grillo. Mentre Pier Luigi Bersani sottolinea che gli “attacchi violenti” alle forze dell’ordine sono “allarmanti e assolutamente inaccettabili”. “Isolare, condannare la violenza e ripudiarne ogni presunta giustificazione – aggiunge Bersani, segnando le distanze dal partito di Vendola, che per lunghe ore tace – è un dovere elementare di tutte le forze politiche. Non è per noi tollerabile nessun equivoco”. Intanto, da Roberto Cota (Lega), Piero Fassino (Pd) e Antonio Saitta (Pd), presidente del Piemonte, sindaco di Torino e presidente della Provincia, arriva un comunicato congiunto per esprimere solidarietà alle forze dell’ordine, una “ferma condanna” della violenza e “la volontà di andare avanti senza farsi intimorire”. “Non si può tollerare che a legittime manifestazioni di dissenso cui partecipino pacificamente cittadini e famiglie si sovrappongano, provenienti dal di fuori, squadre militarizzate per condurre inaudite azioni aggressive – chiude il suo ragioanmento il presidente della Repubblica- contro i reparti di polizia chiamati a far rispettare la legge”. Napolitano esprime infine “plauso e solidarietà alle forze dell’ordine che hanno subito un pesante numero di feriti”. E confida che “si accresca in Val di Susa, con chiari comportamenti da parte di tutti, l’impegno a isolare sempre di più i Non professionisti della violenza”.
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