Riprende lo spirito dei “Lunedì senza carne” promossi dal 2009 da Paul, Stella e Mary McCartney, il ‘World Meat Free Day’, la campagna di sensibilizzazione per un consumo più consapevole e sostenibile della carne nel Regno Unito. La categoria più sensibile al problema? I giovani.
Se, come dichiarano le ultime stime, la popolazione mondiale arriverà a 9 miliardi entro il 2050, per quella data, secondo l’organizzazione, la produzione di carne toccherà livelli non più sostenibili dalle risorse del pianeta (pari a circa 200 milioni di tonnellate). Ma non è solo il problema di “quanto” si consuma. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha recentemente inserito le carni rosse e lavorate tra le sostanze più cancerogene del pianeta, collegando di fatto il mangiare carne (almeno di un certo tipo), non importa in quale quantità, a gravi danni per la salute.
Sebbene l’argomento sia controverso, alcuni dati sono certi e riguardano il risparmio. Secondo uno studio dell’Università di Oxford, se tutto il mondo diventasse vegano (eliminando quindi uova e latticini), si risparmierebbero circa 8,1 milioni di morti premature da qui fino al 2050. Se invece, più verosibilmente, si limitasse il consumo di carne rosse a 300 grammi alla settimana, morirebbero 5 milioni di persone in meno.
I più sensibili alla questione, almeno per quanto riguarda il Regno Unito, sono i giovani. Rispondono meglio agli stimoli, s’informano, e, strano a dirsi, “si moderano”. Il rapporto “Plate for the Planet”, pubblicato proprio in occasione del ‘World Meat Free Day’ evidenzia che sono i ragazzi tra i 16 e i 24 anni ad essere più esigenti circa il cibo che mangiano, alle sue origini e agli eventuali trattamenti, sia per motivi di salute che etici, come ad esempio non comprando alimenti prodotti tramite il maltrattamento animale.
Se volete conoscere gli effetti della rinuncia alla carne sull’ambiente, visitate il sito del World Free Meat Day. Troverete un “contatore” che misura per esempio, quanto risparmia una famiglia di 4 persone (la stessa quantità di carbonio che produrebbe una lampadina accesa per 16 giorni); ma anche se una sola persona al giorno dovesse rinunciare ad un pasto a base di carne risparmierebbe l’acqua sufficiente per l’uso quotidiano di 9 persone e l’emissione di CO2 prodotta da una teiera fatta bollire 388 volte.
Se invece dovessero rinunciare ad essere carnivori i 500 dipendenti di un’azienda, il risparmio di CO2 sarebbe pari a quella prodotta da sei voli andata e ritorno fra Londra e Zurigo.
I “finti” piatti a base di carne. Se state pensando di rinunciare alla carne, vi sono dei modi per rendere l’addio meno traumatico. Uno di questi è cercare ricette “vegetali” in grado di darvi quantomeno la parvenza di stare mangiando i piatti a cui siete abituati.
Simili alla vista ma, ovviamente, di sapore del tutto diverso, sono per esempio i burger vegetali con ortaggi e legumi; medaglioni di tofu e cotolette panate con una pastella di farina di ceci e pane gratuggiato. Ma anche polpette a base di spinaci e polpette di seitan al sugo, spiedini di seitan tempeh, funghi, peperoni, zucchine, melanzane, cipolle. Poi arrosti vegetariani e lasagne alle lenticchie o al pesto. Perfino gli arancini si possono fare senza carne, uova o formaggio ma con riso, piselli, pomodori e pastella preparata con acqua, sale e farina. Al posto delle classiche e buonissime olive ascolane, ci sono le olive ripiene (burger di soia e farinata di ceci), mentre al posto della Carbonara, esiste una versione vegana con seitan e curcuma, con tofu affumicato, alle zucchine, allo zafferano, con cipolle fritte, agli asparagi, con spaghetti integrali e ai funghi.
P.M.
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