Se la crisi non risparmia nessuno, anche colossi come McDonald’s e Coca Cola nei risentono negli incassi. E’ la crisi del cibo spazzatura, quello combattuto da nutrizionisti e salutisti in genere, che all’hamburger con patatine fritte e alle bevande gassate e zuccherate consigliano di prediligere piatti genuini con meno grassi e meno zuccheri.
L’inversione della tendenza ad assumere alimenti con bassissimo valore nutrizionale, pericolosissimi per la nostra salute in quanto portano a malattie sociali, quali obesità e diabete, nonché a problemi cardiovascolari e perfino al cancro, si sta consolidando grazie anche a provvedimenti quali la tassa sui cibi che contengono oltre il 2,3% di grassi saturi (Danimarca) , alla tassa sulle bevande come ad esempio la Cola Cola, con 20 mg di caffeina ogni 100 ml (Ungheria), la tassazione come in Italia, di bottigliette gassate e zuccherate da 33 cl e la nuova produzione di lattine da 150 ml di prodotto.
E’ scattato dunque il momento della corsa ai ripari: mentre Coca-Cola annuncia una cura ‘dimagrante’ con tagli ai costi per 3 miliardi di dollari entro il 2019, McDonald’s si impegna a cambi sostanziali alle sue attività per migliorare l’esperienza dei clienti.
”La nostra performance è al di sotto delle nostre attese” confessa l’amministratore delegato di McDonald’s, Don Thompson, sottolineando che i ”venti contrari interni e esterni si sono dimostrati più forti del previsto e continueranno nel quarto trimestre. Queste sfide significative richiedono cambi significativi”.
L’utile netto di McDonald’s è calato nel terzo trimestre del 30% – il calo maggiore, secondo alcune stime dal 2007 – a 1,07 miliardi di dollari su ricavi scesi del 5% a 6,99 miliardi di dollari. Il gigante degli hamburger risente della riduzione delle vendite in Cina dopo lo scandalo che ha travolto uno dei suoi fornitori di carne e del rallentamento in Russia e Stati Uniti, dove non riesce a conquistare i più giovani e a rafforzare il proprio menu.
”Dobbiamo dimostrare ai nostri consumatori che capiamo i problemi che ci troviamo ad affrontare e che stiamo assumendo misure per cambiare radicalmente il nostro approccio” aggiunge Thompson.
La crescente consapevolezza del problema dell’obesità e la crescente contrarietà alla bibite gassate ritenute in parte responsabili del fenomeno, pesano anche su Coca Cola. Il terzo trimestre si chiude con un utile netto in calo del 14% a 2,11 miliardi di dollari su ricavi in calo a 11,98 miliardi di dollari.
”Abbiamo esaminato i progressi fatti e realizzato che la portata e la velocità delle nostre azioni, sulla base delle strategie delineate all’inizio dell’anno deve accelerare’‘ afferma l’amministratore delegato di Coca-Cola, Muhtar Kent.
E anche qui il piano di tagli alle spese annunciato e di circa 3 miliardi di dollari l’anno entro il 2019, una cifra superiore rispetto a 1 miliardo l’anno annunciato nel piano triennale svelato febbraio scorso.
La peculiarità del cibo spazzatura, o junk foood, è quella di possedere una densità calorica assolutamente inappropriata ad uno stile di vita sempre più sedentario sia nei bambini, che negli adolescenti, che negli adulti. A ciò si deve aggiungere che gli alimenti appartenenti a questa categoria non ottemperare alle necessità fisiologiche di vitamine, oligoelementi, antiossidanti, fibra alimentare, acidi grassi essenziali . L’attitudine al consumo di cibo spazzatura è stata esportata nel mondo dall’America, con il conseguente rapidissimo diffondersi dei fast food nelle città e in tutti i centri commerciali. Da tenere presente inoltre che uno studio condotto nel 2008 da Paul Johson e Paul Kenny, dello Scripps Research Institute suggerisce che il consumo di cibo spazzatura alteri l’attività cerebrale in modo simile a quello provocato dalle sostanze stupefacenti quali eroina o cocaina. Dopo molte settimane di uso abbondante di cibo spazzatura si è notato che la parte del cervello di ratto destinata alle stimolazioni del piacere è diventata insensibile richiedendo quantità sempre maggiori di cibo per ritornare sensibile.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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