E’ sopravvissuta per ben 40 lunghissimi anni al dolore più forte che un essere umano possa provare: la morte dei propri figli. Anna Mattei di figli infatti ne perse due nella notte del 16 aprile 1973: Virgilio, 22 anni, e Stefano, 10 soltanto. Il primo e il più grande tra i più piccoli. Morirono di una morte atroce: bruciati vivi nel rogo della loro casa, nel popoloso quartier romano di Primavalle. Per un incendio causato da un gruppo di giovani di Potere Operaio che con una tanica di benzina e un innesco artigianale intendevano così far morire uno ‘sporco’ fascista e insieme a lui tutta la sua famiglia. O forse dargli solo un avvertimento. Fatto sta che l’ appartamento del netturbino Mario Mattei, che all’ epoca aveva 48 anni e sei figli, segretario della sezione ‘Giarabub’ del Msi, Movimento sociale italiano, in via Svampa, in men che non si dica viene divorato dalle fiamme. Erano da poco passate le tre, il cuore della notte. Quando si accorgono dell’ incendio cercano tutti scampo: Mario si getta giù da un balcone, le figlie Silvia e Lucia si mettono in salvo saltando dalla finestra mentre la moglie Anna fa in tempo a prendere in braccio i due più piccoli, Antonella e Giampaolo, e ad uscire casa. Alla fine. all’appello mancheranno Virgilio e Stefano che non riuscendo a mettersi in salvo moriranno arsi vivi nel giro di pochi minuti. I vigili del fuoco li trovano carbonizzati e abbracciati vicino alla finestra che non erano riusciti a scavalcare. Intrappolati, riescono ad affacciarsi e provano a chiedere aiuto. Virgilio, il più grande, anche lui militante missino, arriva a sporgersi. Alcune foto dell’ epoca, che hanno fatto il giro del mondo, lo ritraggono proprio mentre, completamente annerito e con il volto già devastato dalle fiamme, cerca di gridare aiuto.
Così su facebook Gianni Alemanno. Proprio in occasione del 40mo anniversario della strage, Alemanno con la fascia tricolore da sindaco nel ribadire la necessità di riaprire le indagini rimaste bloccate sui delitti politici insoluti. E su Primavalle ha commentato che “è impressionante che, nonostante questa volta fossero stati identificati i colpevoli, non sia stata fatta giustizia”.