Aria di primavera, stagione più colorata e profumata dell’anno. Quella più romantica, dell’amore, del risveglio dei sensi, del dolce dormire nel tepore mattutino di un sole leggero ed un caldo mite. È la stagione della rinascita, dove le belle giornate incorniciate da un azzurro terso, abbracciano mandorli in fiore e ciliegi sbocciati, talmente perfetti da sembrare dipinti. ..
Avrete capito che ci immergiamo nella natura: è da qui che parte tutto, qui l’uomo ritorna alle origini. Volete sapere come e dove? Mistero svelato: alle incantevoli Terme di San Sisto (o anche Masse o Pozze di San Sisto), alle falde dei monti Cimini, è possibile rinascere in poche ore. Vere oasi termali a cielo aperto, immerse nel verde delle campagne viterbesi; la località si presenta con alcune vasche (pozze) di acqua termale a diversa temperatura, dall’acqua calda a 30 gradi all’acqua tiepida e fredda, dov’è possibile fare il bagno in ogni stagione dell’anno. Sorgenti ipertermali di tipo sulfureo, che sgorgano grazie alla residuale attività vulcanica della zona.
Ma l’emozione più particolare che vi suggeriamo di vivere questo weekend, è recarvi di notte, per un benefico bagno sulfureo al chiaro di luna.
Una pace senza tempo, coccolati soltanto da quell’acqua calda al punto giusto, ed avvolti da un manto di stelle. Alle Masse di San Sisto, si respira questa magia di primavera; non dovete far altro che lasciarvi alle spalle noia, pensieri e preoccupazione e sentire il selvaggio richiamo della natura. Qui troverete il necessario, che alla fine è veramente tutto quello che si può richiedere da un paradiso terrestre così; ogni cosa è pensata per soddisfare l’esigenze primarie di chi giunge alle Pozze di San Sisto: servizi igienici, un piccolo ristoro, alcuni spogliatoi essenziali, docce ed ettari di prato dove potersi distendere. È necessario esclusivamente pagare una somma simbolica annuale, che permette di associarsi e di poter usufruire di questa meraviglia naturale tutte le volte che si desidera allontanarsi dalla confusione e dal frastuono cittadino.
Per rimanere nella favola, all’insegna di un weekend fiabesco, vi proponiamo nelle vicinanze, a pochissimi chilometri dalle Masse di San Sisto, di visitare il famoso e divertente Parco dei Mostri a Bomarzo. Qui, Nel 1552, il principe Pier Francesco Orsini creò nella sua tenuta un labirinto di simboli dove si potesse vagare tra statue gigantesche e creature mostruose, sino a smarrirsi. Entrando in questo “bosco sacro”, sarete accolti dai versi incisi sotto le due Sfingi.
“Tu ch’entri qua pon mente parte a parte e dimmi poi se tante maraviglie sien fatte per inganno o pur per arte“. E’ il primo avvertimento: “Fai attenzione, tu che ti avventuri in questa ‘impresa’, parte a parte,se le meraviglie che incontri sono fatte per ingannare o per arte” (in riferimento all’Alchimia).
Sotto l’altra sfinge è invece scritto: “Chi con cigli inarcate et labbra strette non va per questo loco manco ammira le famose del mondo moli sette”. E l’avvertimento-invito al rigore e al silenzio iniziatico.
Passerete poi di sorpresa in sorpresa per l’improvviso apparire davanti ai vostri occhi di animali e figure di pietra: l’elefante che sta per uccidere un guerriero, la lotta tra draghi, l’orco, la Bella addormentata nel bosco, Ercole che squarcia Caco, orsi in agguato, e ancora, animali a tre teste, Nettuno sull’alto di una vasca, sirene ed altre figure fantastiche. Simbolo di quel sacro bosco di Bomarzo, è rappresentato dalla testa di un Orco, nelle sembianze del Mappamondo, sovrastato dalla miniatura del Castello Orsini, proprio a significare la potenza del Casato. È l’ideologia rappresentata di una vita vissuta e voluta, a metà fra il principesco ed il cortigiano, che ha ispirato molti artisti del tempo, a voler lasciare incisi sul posto epigrafi e versi. Allora, per citare uno di questi, non ci resta che utilizzare i versi di un poeata del ‘500 per dirvi: “Voi che pel mondo gite errando vaghi di veder meraviglie alte et stupende, venite qua ove tutto vi parla d’amore e d’arte….”
Ovviamente non deve mancare il buon cibo ed un bicchiere di vino per completare la giornata del benessere e del riposo di fine settima. A Viterbo per mangiare e dormire c’è solo da scegliere. Noi vi proponiamo alcune soluzioni dove poter passare la notte e al contempo saziarvi in modo sano e gustoso.
Farete sonni tranquillissimi presso la dimora storica del Podere Dell’Arco Country Charme che gode di ben trenta ettari di prati, uliveti, campi di lavanda e piccoli frutteti. Vi troverete ospitalità e confort: il posto ideale sia per chi vuole rilassarsi sia per chi desideri osservare da vicino un paesaggio fatto di colori, profumi, sensazioni e tradizione. Appartamentini deliziosi, dove, ad esempio, i mobili sono antichi, gli infissi e le porte richiamano i modelli originali d’epoca, per donare una piacevole sensazione di eleganza e calore degli ambienti.
Per mangiare vi proponiamo due ristorantini più rinomati di Viterbo, e proposti dallo stesso Podere dell’Arco. ‘Il Grottino’, locale intimo e riservato nel cuore della città, ricavato in parte nella grotta, dove degusterete le prelibatezze tipiche del posto, e qualora voleste, avrete la possibilità di una saletta riservata tutta per voi. Alternativa completamente differente è ‘L’angoletto della luce’: decisamente moderno, luminoso appunto, dove si invitano gli ospiti a fare un percorso culinario spaziando tra la cucina del territorio e quella contemporanea con un “connubio di sapori innovativi, pur mantenendo uno stile di facile approccio”. Qui assaporerete infatti il sapore autentico del pane e paste ripiene, tutto made in home, oltre alla dolcezza di una pasticceria artigianale.
Che aspettate a fare la valigia e partire? Relax, natura, buon cibo e mostri fantastici attendono vi stanno aspettando.
F.C.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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