Sono stati i germogli di soia tedeschi, mangiati crudi, a scatenare l’epidemia del batterio killer variante dell’Escheria Choli (Ehec) in Germania. Lo ha confermato in una conferenza stampa ad Hannover il ministro dell’Agricoltura della Bassa Sassonia, Gert Lindemann (Cdu), secondo il quale le autorità mediche si trovano adesso «sulla pista giusta». «Abbiamo identificato un prodotto che è stato fornito in tutte le località in cui si sono verificate vaste infezioni di Ehec», ha spiegato il ministro.
Le autorità della Bassa Sassonia hanno individuato con precisione nella provincia di Uelzen, tra Amburgo e la Hannover, la cooperativa biologica che ha prodotto e distribuito, in cinque diversi Stati federali tedeschi, i germogli da consumare crudi. I test iniziali hanno confermato che i germogli prodotti dall’azienda sono molto probabilmente l’origine della diffusione del batterio; i risultati definitivi, tuttavia, arriveranno lunedì. L’azienda agricola domenica è stata chiusa e tutti i suoi prodotti sono stati tolti dal mercato. Il ministro ha invitato i tedeschi, per precauzione, a «evitare di consumare per il momento qualsiasi tipo di germoglio di soia» fino a nuovo avviso. Già alcuni anni fa i germogli di soia avevano provocato in Asia un’epidemia analoga a quella scatenatasi in Germania. Per l’Oms si trattava di “una variante nuova, estremamente contagiosa e tossica” il ceppo di Escherichia Coli identificato come 0104:H4 che si è scatenato ad Amburgo e che ha ucciso già 18 persone, di cui 17 in Germania ed una in Svezia, e rischia di provocare nuove tensioni commerciali in Europa. La Russia ha deciso di bloccare l’import di frutta e verdura. Spagna e Portogallo, accusate ingiustamente di essere la causa dell’epidemia: chiedono il rimborso per i danni subiti dai loro agricoltori. A lanciare l’allarme sul ceppo di E.Coli che può provocare la mortale sindrome emolitico-uremica (Seu) è stata l’Organizzazione mondiale della Sanità, specificando che la variante individuata negli ultimi test di laboratorio ha geni che la rendono “resistente ad alcune classi di antibiotici” e che finora non era mai stata “individuata prima in un focolaio di infezione”. La scoperta è stata fatta da scienziati cinesi del Genomics Institute di Pechino che hanno effettuato esami da campioni provenienti dalla Germania. Un dato che da solo dimostra come quello del batterio-killer sia caso che preoccupa le autorità sanitarie di tutto il mondo. Le persone contagiate in Europa al 31 maggio per l’Oms sono ufficialmente 1.614 (di cui 1534 in Germania e 470 hanno sviluppato la Seu), ma secondo altre fonti sanitarie tedesche il totale sarebbe già a quota 2.000. La preoccupazione monta, l’Oms ha registrato casi ormai in una decina di paesi, ed il consumo di ortaggi crolla, anche se le autorità nazionali – comprese quelle italiane – lanciano messaggi rassicuranti. Secondo la Commissione europea, per bocca della responsabile della Direzione generale della Sanità, Paola Testori Coggi, ad essere “preoccupante” è “la situazione nella zona nord della Germania, non per tutta l’Europa”. La certezza finora è che tutte le vittime dell’epidemia sono passate per Amburgo. Il focolaio del contagio sarebbe quindi circoscritto. Ma mentre da una parte è chiaro che all’ origine del problema non ci sono i cetrioli spagnoli, inizialmente messi sotto accusa dalle autorità tedesche e già ufficialmente ‘scagionati’ ieri, dall’altra è chiaro pure che la fonte dell’infezione non è stata ancora identificata. Nell’incertezza, l’agenzia per la protezione dei consumatori di Mosca ha deciso di bloccare tutte le importazioni di frutta e verdura dai paesi dell’Unione europea in Russia. La decisione è stata immediatamente giudicata “sproporzionata” dalla Commissione europea. Bruxelles ha chiesto spiegazioni ufficiali per una scelta che può provocare seri danni economici. “Non c’é particolare pericolo sulla frutta e sui legumi che vengono dalla Unione europea” ha detto Frederic Vincent, portavoce del Commissario europeo per la salute John Dalli, rilevando come l’Ue sia il primo fornitore di frutta e verdura per la Russia, ma anche come questa sia il primo mercato per l’export orto-frutticolo europeo, un mercato che vale fra i 3 ed i 4 miliardi di euro all’anno. E proprio per limitare i danni al settore agricolo, il premier spagnolo Zapatero ha definito “errore clamoroso” le affrettate dichiarazioni delle autorità tedesche nei primi giorni dell’epidemia. Zapatero ha anche annunciato che chiederà i danni, senza però precisare se Madrid esigerà la compensazione al governo tedesco o all’Unione europea, a sua volta accusata di essere stata lenta nella reazione. Sulla sua scia si è messo il ministro portoghese dell’Agricoltura, Antonio Serrano: “La Spagna è il paese più colpito, ma anche il Portogallo è stato molto danneggiato”.
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