Ha riunito ieri sera i suoi ad Arcore. Perché a Silvio Berlusconi non sono piaciute le dichiarazioni che Enrico Letta ha fatto a Vienna.
Intervistato da una tv austriaca, il presidente del Consiglio ha dichiarato che all’ Italia serve innanzitutto ” stabilità politica” insieme a ” meno parole, più fatti, meno polemiche, più cose concrete e costruttive perché l’ Italia
ha vissuto troppa instabilità e troppe polemiche”.
Letta ha risposto anche ad alcune domande su cosa può accadere al suo governo dopo la conferma della condanna per frode fiscale a Silvio Berlusconi da parte della Cassazione: ” Mi fido del fatto che il partito di Berlusconi assumerà le sue decisioni e si assumerà la responsabilità delle sue
decisioni”. Poi fa un riferimento al proprio partito: ” Il Pd deciderà in commissione, le decisioni che assumerà per quanto mi riguarda saranno le decisioni giuste” (il riferimento e’ alla riunione della Giunta delle elezioni e
delle immunità parlamentari del Senato che si riunirà il 9 settembre per esaminare il problema della decadenza di Berlusconi dal ruolo di senatore). Sulla possibilità della grazia, Letta ha puntualizzato: ” Non sono il presidente della Repubblica e quindi non è un mio potere”.
Il Pdl è orientato a chiedere un ” approfondimento” della vicenda
Berlusconi nella riunione della Giunta delle elezioni e a tentare di rimandare alla Corte costituzionale la cosiddetta ” legge Severino”, quella che stabilisce l’ incandidabilità in caso di condanna per reati come la frode fiscale. Alla
fine del vertice, Berlusconi avrebbe deciso di dare incarico ad Angelino Alfano, segretario del Pdl, vicepremier, ministro dell’ Interno, e a Renato Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera, di incontrare Letta per comunicargli ufficialmente che se non sarà risolto in tempi brevi il nodo della sua agibilità politica la crisi di governo sarà inevitabile. Le indiscrezioni sulla riunione del Pdl parlano di un Berlusconi disposto a correre il rischio delle elezioni anticipate.
Dichiara Fabrizio Cicchitto: ” Proprio coloro i quali fanno prediche sul senso di responsabilita’ e sulla necessita’ di evitare crisi di governo al buio, dovrebbero far sì che i lavori della Giunta siano quelli di una commissione neutra e certamente non un plotone di esecuzione”. Il Pdl non fa un
passo indietro sul tema dell’ agibilità politica del suo leader: se il Pd voterà per la decadenza di Berlusconi dal ruolo di senatore, potrebbe aprirsi la crisi di governo.
” Berlusconi resta il nostro leader”, precisa in una intervista al ” Mattino” Francesco Nitto Palma, ex ministro della Giustizia e attualmente presidente della commissione Giustizia di palazzo Madama, che aggiunge: ” La legge
Severino ha molteplici profili di problematicità giuridica. Serve un approfondimento perché non si possono paragonare gli effetti che queste norme hanno su un parlamentare con quelle che hanno su un eletto alla Regione, alla Provincia o in Comune. Senza contare il problema della retroattività”.
ha vissuto troppa instabilità e troppe polemiche”.
Letta ha risposto anche ad alcune domande su cosa può accadere al suo governo dopo la conferma della condanna per frode fiscale a Silvio Berlusconi da parte della Cassazione: ” Mi fido del fatto che il partito di Berlusconi assumerà le sue decisioni e si assumerà la responsabilità delle sue
decisioni”. Poi fa un riferimento al proprio partito: ” Il Pd deciderà in commissione, le decisioni che assumerà per quanto mi riguarda saranno le decisioni giuste” (il riferimento e’ alla riunione della Giunta delle elezioni e
delle immunità parlamentari del Senato che si riunirà il 9 settembre per esaminare il problema della decadenza di Berlusconi dal ruolo di senatore). Sulla possibilità della grazia, Letta ha puntualizzato: ” Non sono il presidente della Repubblica e quindi non è un mio potere”.
Il Pdl è orientato a chiedere un ” approfondimento” della vicenda
Berlusconi nella riunione della Giunta delle elezioni e a tentare di rimandare alla Corte costituzionale la cosiddetta ” legge Severino”, quella che stabilisce l’ incandidabilità in caso di condanna per reati come la frode fiscale. Alla
fine del vertice, Berlusconi avrebbe deciso di dare incarico ad Angelino Alfano, segretario del Pdl, vicepremier, ministro dell’ Interno, e a Renato Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera, di incontrare Letta per comunicargli ufficialmente che se non sarà risolto in tempi brevi il nodo della sua agibilità politica la crisi di governo sarà inevitabile. Le indiscrezioni sulla riunione del Pdl parlano di un Berlusconi disposto a correre il rischio delle elezioni anticipate.
Dichiara Fabrizio Cicchitto: ” Proprio coloro i quali fanno prediche sul senso di responsabilita’ e sulla necessita’ di evitare crisi di governo al buio, dovrebbero far sì che i lavori della Giunta siano quelli di una commissione neutra e certamente non un plotone di esecuzione”. Il Pdl non fa un
passo indietro sul tema dell’ agibilità politica del suo leader: se il Pd voterà per la decadenza di Berlusconi dal ruolo di senatore, potrebbe aprirsi la crisi di governo.
” Berlusconi resta il nostro leader”, precisa in una intervista al ” Mattino” Francesco Nitto Palma, ex ministro della Giustizia e attualmente presidente della commissione Giustizia di palazzo Madama, che aggiunge: ” La legge
Severino ha molteplici profili di problematicità giuridica. Serve un approfondimento perché non si possono paragonare gli effetti che queste norme hanno su un parlamentare con quelle che hanno su un eletto alla Regione, alla Provincia o in Comune. Senza contare il problema della retroattività”.
E’ preoccupato Gaetano Quagliariello, ministro per le Riforme istituzionali: ” L’ auspicio, che è quasi un appello accorato, è che nessun pregiudizio, nessun congresso di partito, nessuna tentazione di chiudere con un colpo secco una partita di vent’ anni facciano velo a ciò che questo snodo rappresenta per il presente del nostro Paese e per il futuro della nostra democrazia”.
Il presidente del Consiglio aveva ostentato ottimismo nella sua intervista alla tv austriaca: ” Il mio è un governo parlamentare di grande coalizione e deve la sua fiducia al presidente della Repubblica e al Parlamento e
lavorerà finché avrà la fiducia del presidente della Repubblica e del Parlamento”. Letta aveva difeso l’ operato dell’ esecutivo: ” Sono convinto che gli italiani sappiano i costi che avrebbe l’ interruzione di un processo virtuoso che da’ la possibilità di agganciare la ripresa. La ripresa è a
portata di mano, sarebbe un errore non coglierla”. Il premier ha ricordato che sul tavolo del governo c’ è pure la questione dell’ Imu che verrà affrontata nella riunione del Consiglio dei ministri fissata per il 28 agosto.
Il presidente del Consiglio aveva ostentato ottimismo nella sua intervista alla tv austriaca: ” Il mio è un governo parlamentare di grande coalizione e deve la sua fiducia al presidente della Repubblica e al Parlamento e
lavorerà finché avrà la fiducia del presidente della Repubblica e del Parlamento”. Letta aveva difeso l’ operato dell’ esecutivo: ” Sono convinto che gli italiani sappiano i costi che avrebbe l’ interruzione di un processo virtuoso che da’ la possibilità di agganciare la ripresa. La ripresa è a
portata di mano, sarebbe un errore non coglierla”. Il premier ha ricordato che sul tavolo del governo c’ è pure la questione dell’ Imu che verrà affrontata nella riunione del Consiglio dei ministri fissata per il 28 agosto.
Dal canto suo il Partito democratico attraverso Alessandra Moretti (intervistata da Repubblica) fa sapere che ” Se davvero il Pdl dovesse decidere di staccare la spina a Letta facendo prevalere gli interessi
personali di Berlusconi su quelli del Paese”, in Parlamento un’ altra maggioranza è possibile. Moretti spiega che ” qualcuno” all’ interno del Movimento 5 Stelle ” potrebbe cambiare idea, in numero sufficiente per dar vita a una nuova maggioranza”. Già oggi sarebbero ” una trentina su circa 50 al Senato. Ce ne sono alcuni in sofferenza, pronti ad andare nel gruppo Misto”. Porte aperte anche a ” Sel’ ‘ da cui ” potrebbe arrivare un aiuto. Per non parlare, ovviamente, di Scelta Civica”.
In caso di una caduta anticipata del governo ” non escludo affatto che Napolitano riaffidi l’ incarico” al premier Letta ” per verificare in Parlamento se ci sono i numeri per realizzare un programma fatto di pochissimi punti” a cominciare ” da una nuova legge elettorale” perché ” non possiamo tornare a votare con l’ attuale sistema”. Inoltre, secondo Moretti, davanti ad un secondo incarico a Letta ” e a
un programma di governo stringato e preciso, nel Pdl “potrebbe aprirsi ” una spaccatura profonda. Non riterrei così scontato il prevalere della fedeltà assoluta al capo. Il Pdl ha cinque ministri. In caso di crisi, che io non
auspico, tre potrebbero restare: Lupi, Quagliariello, De Girolamo. E forse anche la Lorenzin”.
personali di Berlusconi su quelli del Paese”, in Parlamento un’ altra maggioranza è possibile. Moretti spiega che ” qualcuno” all’ interno del Movimento 5 Stelle ” potrebbe cambiare idea, in numero sufficiente per dar vita a una nuova maggioranza”. Già oggi sarebbero ” una trentina su circa 50 al Senato. Ce ne sono alcuni in sofferenza, pronti ad andare nel gruppo Misto”. Porte aperte anche a ” Sel’ ‘ da cui ” potrebbe arrivare un aiuto. Per non parlare, ovviamente, di Scelta Civica”.
In caso di una caduta anticipata del governo ” non escludo affatto che Napolitano riaffidi l’ incarico” al premier Letta ” per verificare in Parlamento se ci sono i numeri per realizzare un programma fatto di pochissimi punti” a cominciare ” da una nuova legge elettorale” perché ” non possiamo tornare a votare con l’ attuale sistema”. Inoltre, secondo Moretti, davanti ad un secondo incarico a Letta ” e a
un programma di governo stringato e preciso, nel Pdl “potrebbe aprirsi ” una spaccatura profonda. Non riterrei così scontato il prevalere della fedeltà assoluta al capo. Il Pdl ha cinque ministri. In caso di crisi, che io non
auspico, tre potrebbero restare: Lupi, Quagliariello, De Girolamo. E forse anche la Lorenzin”.