Se gli animali avessero la parola anche loro chiederebbero refrigerio dal caldo torrido che in questi giorni sta affliggendo la Penisola con punte di 40 gradi e oltre che fanno disquisire i meteorologi tra temperature effettive o apparenti, percepite o registrate.
Un dato è certo: questo anticiclone, di matrice subtropicale sahariana, ha fatto già sollevare le colonnine di mercurio negli ultimi tre- quattro giorni e aumentare la potenza dei condizionatori in case e uffici. Tra domenica e lunedì prossimi il cuore di ‘Caronte’ (è il nocchiero dantesco ad avere prestato questa volta il suo nome all’ultimo anticiclone) stazionerà alla massima potenza sulle nostre regioni, pompando aria caldissima dall’entroterra algerino – dicono gli esperti – regalandoci, si fa per dire, i giorni più arroventati dell’estate. Temperature tra i 40 e il 43 gradi -percepite o effettive si vedrà in base anche alla combinazione con l’umidità – dureranno probabilmente anche una decina di giorni. Comunque, sulla pagina web del ministero della Salute per oggi è indicato il livello 3, il più alto, soltanto in quattro città: Bologna, Bolzano, Firenze e Torino.
Ma lo stress da caldo torrido ha colpito anche animali di ogni ordine e grado: per le galline nei pollai e per le mucche nelle stalle dove sono scattate le misure anti afa e gli abbeveratoi lavorano a pieno ritmo perché ogni singolo animale è arrivato a bere con le alte temperature di questi giorni fino a 140 litri di acqua al giorno, ovvero il doppio di quello che normalmente bevono nei periodi più freschi. L’ allarme è stato lanciato dalla Coldiretti che sottolinea come gli effetti dell’ arrivo di Caronte si siano già fatti sentire sugli animali determinando una minore produzione di latte e uova. La situazione è preoccupante soprattutto nelle aree della pianura padana dove si concentra il maggior numero di stalle dove sono già entrati in funzione ventilatori, doccette e condizionatori per rinfrescare mucche e maiali ma i picchi di caldo – sottolinea la Coldiretti – stanno creando problemi anche alle galline che fanno meno uova e anticipano la muta per colpa dello stress da afa.
Se nei pollai si è già registrato – precisa la Coldiretti – un calo fra il 5 al 10 per cento nella deposizione delle uova, per le mucche il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi ed oltre questo limite gli animali mangiano poco, bevono molto e producono meno latte mentre per i maiali sono stati accesi i condizionatori per evitare che le temperature sfondino la soglia dei 28 gradi oltre la quale gli animali cominciano a soffrire e a mangiare fino al 40 per cento in meno della razione giornaliera. Una situazione che – conclude la Coldiretti – determina un aumento dei costi alla stalla per i maggiori consumi di acqua ed energia che gli allevatori devono sostenere per aiutare gli animali a resistere all’ assedio del caldo.