Una solenne stroncatura del quadro normativo che regola il 5 per mille, ritenuto “confuso ed inadeguato al possibile nuovo ruolo istituzionale del privato sociale” arriva dalla Corte dei Conti. Il giudizio è espresso nella relazione inviata il 24 dicembre scorso al Parlamento e alle principali amministrazioni dello Stato. Il documento, corredato dall’obbligo di comunicare alla Corte e al Parlamento entro sei mesi le “misure consequenziali adottate” o in alternativa entro 30 giorni “un provvedimento motivato” ove ritengano “di non ottemperare ai rilievi formulati”, elenca una serie di inefficienze e iniquità che salvano ben poco dell’attuale impianto.
L’ attuale disciplina “agevola, di fatto, gli organismi di maggiori dimensioni e più strutturati” e l’attribuzione delle risorse in base alla stretta capacità contributiva “fa sì che alcuni enti che possono raccogliere il favore di optanti abbienti ottengano, anche con un basso numero di scelte, somme assai rilevanti” rischiando “di piegare un istituto di rilevanza sociale a finalità egoistiche e personali”. La differente capacità fiscale dei contribuenti sul territorio fa sì che i Comuni più ricchi possano beneficiare, in proporzione, di maggiori introiti, “senza alcun meccanismo di perequazione o coordinamento”.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy