Un “Cdm bis”, sabato 20 ottobre, per esaminare per la seconda volta il testo del decreto fiscale. E’ l’ipotesi che in prima battuta hanno avanzato fonti di governo dei 5 Stelle, dopo che il vicepremier Luigi Di Maio ha denunciato l’esistenza di una bozza in circolazione diversa da quella concordata, e che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha avallato fissando l’appuntamento di governo subito dopo il suo rientro da Bruxelles. Contraria la Lega ad un nuovo vertice. In serata, però, il passo indietro di Matteo Salvini in che in tv spiega: “Se serve ci sarò”.
Il momento è delicatissimo, le “tensioni” continue allarmano i mercati e condizionano le agenzie di rating tanto che lo spread vola a 327 punti.
E, mentre per questa manovra finanziaria “molto bella, ben pensata, ben costruita, ben realizzata, l’unico strumento che abbiamo per assicurare crescita economica e sviluppo sociale al nostro Paese” ” il premier Conte si aspettava dalla Ue “osservazioni e rilievi”, una “normale interlocuzione che avviene tra Commissione e singoli Stati Membri”, in una lettera durissima – anche più delle attese – che illustra nel dettaglio la “deviazione senza precedenti nella storia del Patto di stabilità”, la Commissione europea accende ufficialmente i riflettori sul ‘caso Italia’, che già preoccupa molti leader in Europa.
“Forse sarà bella ma questo è un giudizio estetico. Il problema qui è funzionale, giuridico e politico. E’ una manovra che non rispetta le regole”, ha detto Moscovici, firmatario insieme a Dombrovskis della lunga nota, spiegando personalmente al ministro Tria il senso della lettera e i timori europei. La manovra “non può restare al 2,4% di deficit e con uno scarto del deficit strutturale di un punto e mezzo. Chiediamo una correzione”, ha chiarito il commissario. Le critiche della commissione europea finiranno anche sul tavolo dei commissari martedì prossimo, che firmeranno la bocciatura formale della manovra, e dell’Eurogruppo il 5 novembre, che darà appoggio politico alla decisione dei tecnici Ue. Due passi scontati, se l’Italia entro lunedì non assicurerà, per iscritto, che cambierà la manovra e farà scendere il deficit invece di aumentare la spesa.
A.B.
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