I cittadini italiani si sentono sempre più poveri e sono convinti che nell’ultimo anno la situazione economica generale sia decisamente peggiorata: per il 61,5%, “nettamente”, per il 18,5% solo “in parte”. E, anche se rispetto al 2012 sono aumentate le persone che pensano che la situazione sia invece migliorata (dall’1,4% al 10,9%), più della metà è convinta che nel 2013 la situazione economica peggiorerà ulteriormente (52,8%);. Inoltre il 27,9% pensa che rimarrà stabile e solo 1 su 10 è convinto che ci sarà un miglioramento.
La categoria più pessimista sul futuro economico del Paese, comunque, è quella degli imprenditori: con il 65,5% di indicazioni di un peggioramento staccano di oltre 10 punti percentuali tutte le altre categorie.
È questa la fotografia del nostro Paese presentata dal rapporto annuale Eurispes.
Per sopravvivere alla crisi però il 60,6% degli italiani è costretto a intaccare i propri risparmi per arrivare a fine mese, mentre il 62,8% ha grandi difficoltà ad affrontare la quarta, se non addirittura la terza settimana. Ma il dato più allarmante è rappresentato da quel 79,2% che non riesce più a risparmiare. Quindi solo 1 persona su 5 riesce a mettere qualcosa da parte. Un risultato decisamente negativo per un Paese storicamente risparmiatore come il nostro.
E le previsioni per il 2013 non sono delle più rosee: due intervistati su tre rispondono che certamente (30%) o probabilmente (36,7%) non riusciranno a risparmiare niente. Il 27,4% invece ha una visone più ottimistica ma solo il 5,7% è totalmente sicuro che riuscirà ad incrementare i propri risparmi, mentre il 21,7% non ne è del tutto certo. Non meglio vanno le cose sul fronte dei finanziamenti alle famiglie come alle imprese. Il 35,7% degli interessati ha chiesto un prestito bancario negli ultimi tre anni: 9,5 punti percentuali in più rispetto al 2012. il 62,3% dei prestiti è stato chiesto per pagare debiti accumulati mentre, nel 44,4% dei casi, i finanziamenti richiesti servono a saldare altri prestiti precedentemente contratti. Per cosa chiediamo denaro? Acquistare una casa per il 27,8%; coprire le spese mediche per il 22,6%; per far fronte ad un evento (come matrimonio, battesimo o cresima) per il 13,1%; e c’è anche chi lo fa per potersi permettere una vacanza (il 5%).
Ma che succede a chi non ottiene prestiti? I più si arrangiano principalmente vendendo on-line o ai Compro Oro oggetti di valore: il 28,1% ovvero più di 1 italiano su 4 è ricorso a questa soluzione nell’ultimo anno. Ma il bisogno impellente di liquidità spesso porta nelle braccia degli usurai. Un fenomeno decisamente in crescita: dal 6,3% al 14,4%.
Questa situazione di perdita del potere di acquisto e di sofferenza finanziaria ha costretto la quasi totalità degli italiani a cambiare le proprie abitudini:,si tagliano i consumi di prima necessità passando nell’84,8% hdei casi a prodotti di minore qualità o a prodotti dati in offerta. Penalizzati anche il tempo libero (l’83,5%),la salute (40,6% ha tagliato le spese mediche, mentre il 38,4% si è rivolto al mercato dell’usato del prontuario.
Secondo il presidente dell’ Eurispes, Gian Maria Fara, l’ Italia e’ “un Paese completamente ripiegato sul suo presente” dove “si vive e lavora giorno per giorno, con risposte parziali, spesso improvvisate, e misure utili al massimo a tamponare qualche falla”. Ma se si vuole uscire dalla crisi politica, economica, sociale ed etica che ha colpito il Paese bisogna abbandonare la “subcultura del presenzialismo” che e’ diventata la nostra vera quanto discutibile filosofia di vita.
C.D.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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