Si concretizzano i preannunciati tagli ai costi della politica ad iniziare dai neoeletti presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, che hanno comunicato la volontà di ridurre i propri stipendi.
Ad aprire le danze è Pietro Grasso, che nella mattinata di ieri ha comunicato la propria volontà di rinunciare all’alloggio, agli autisti, alla diaria, ai rimborsi spese generali e a quelli relativi all’esercizio del mandato, riducendo il proprio stipendio da 18.600 euro previsti a 9.000 euro netti al mese, che significa un risparmio complessivo annuo di euro 111.960 su 223.169 euro .
Non si è fatta attendere la decisione del presidente della Camera, Laura Boldrini, che nel pomeriggio di ieri ha dichiarato:“Rinuncio all’uso dell’alloggio di servizio e al rimborso delle spese accessorie di viaggio e telefoniche. Inoltre, domando che l’indennità di funzione connessa alla carica di Presidente della Camera dei Deputati e il mio rimborso delle spese per l’esercizio del mandato parlamentare siano ridotti della metà. Quanto specificatamente a quest’ultima voce, preciso che rinuncio alla parte dovuta ai rimborsi forfettari”.
Si concretizzano, quindi, i tagli annunciati nei giorni scorsi dai nuovi inquilini di Montecitorio e Palazzo Madama.
Pietro Grasso ha, inoltre, deciso di applicare un taglio del 50% al costo lordo del Gabinetto e del fondo consulenza del Senato, ricavando un risparmio complessivo annuo di circa 861.960 euro. “Si deve partire dando l’esempio – ha dichiarato Grasso – e mi auspico che lo stesso metro possa essere adottato da tutti i componenti dell’ Ufficio di Presidenza di un Senato che intendo convocare dal lunedì al venerdì”.
E come sempre si spera accada, il buon esempio ha già dato i primi frutti. Roberto Giachetti, deputato del Pd neoeletto alla vicepresidenza della Camera, in una lettera indirizzata al presidente Laura Boldrini, ha espresso l’intenzione di voler rinunciare all’alloggio e alla macchina di servizio.
Alessandra Angeletti