I 10 ‘saggi’ di Napolitano

Il Presidente della Repubblica ha reso noti gli appartenenti, dieci in tutto, ai due gruppi di ‘saggi’ che a partire dalla prossima settimana prossima opereranno presso Camera e Senato - stabilendo contatti con i presidenti di tutti i gruppi parlamentari – sulle proposte di riforma in materia istituzionale e in materia economico-sociale ed europea.

Napolitano ha selto dieci ‘saggi’. Si sarebbero conosciuti con ogni probabilità questo pomeriggio i nomi dei “due gruppi ristretti di personalità” ai quali il Capo dello Stato avrebbe chiesto di formulare su temi istituzionali ed economico-sociali “precise proposte programmatiche oggetto di condivisione” da parte delle forze politiche, in vista di un possibile governo. E così è stato. Il Presidente della Repubblica ha reso noti gli appartenenti, dieci in tutto, ai due gruppi di ‘saggi’ che a partire dalla prossima settimana opereranno presso Camera e Senato – stabilendo contatti con i presidenti di tutti i gruppi parlamentari – sulle   proposte di riforma in materia istituzionale e in materia economico-sociale ed europea.

Per il primo, che si occuperà della parte istituzionale, hanno accettato l’incarico:  il costituzionalista Valerio Onida (tra i nomi che il M5S avrebbe gradito come presidente della Repubblica), i senatori Mario Mauro (capogruppo Scelta Civica) e Gaetano Quagliariello (Pdl)e l’ex presidente della Camera Luciano Violante. Nel secondo gruppo, impegnato sui temi economico-sociali ed europei ci sono: Enrico Giovannini, presidente dell’ Istat, Giovanni Pitruzzella, presidente dell’ Autorità garante della concorrenza e del mercato; Salvatore Rossi, membro del Direttorio della Banca d’ Italia, l’ on. Giancarlo Giorgietti e il sen. Filippo Bubbico, presidenti delle Commissioni speciali operanti alla Camera e al Senato, e il ministro Enzo Moavero Milanesi.

In pratica i dieci nominati aiuteranno il presidente della Repubblica nel suo estremo tentativo di favorire la formazione di un governo, ovvero cercheranno soluzioni condivise dai partiti su decisioni e riforme in un campo e nell’altro per indirizzare l’azione di un governo di scopo.

Una volta che Napolitano avrà in mano queste proposte le potrà utilizzare per tentare di sbloccare l’impasse sollecitando la convergenza dei partiti su un programma ristretto. Ovviamente se farà in tempo, ossia se la scadenza del suo mandato, il 15 aprile, non arriverà prima del via libera delle forze politiche a una soluzione utile ad uscire dall’attuale situazione di stallo che il Paese non può più tollerare.

A.B.

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